mercoledì 5 giugno 2019

Caos nel turismo italiano. Lo guida Centinaio, ministro dell'agricoltura. E sapete perchè? Perchè ha lavorato in una agenzia di viaggio. Tanto è bastato a Bullo-Salvini per intronizzarlo e fargli procurare disastri in un settore strategico in Italia

Roma, 4 giugno 2019 - Un nuovo studio realizzato dal Devo Lab di SDA Bocconi, commissionato da Airbnb Italia, restituisce un quadro schizofrenico a causa delle profonde differenze regionali in materia turismo, soffermandosi sulla frequenza con cui le leggi vengono riformate e sul complicato rapporto tra Stato e Regioni in seguito alla riforma costituzionale del 2001, che ha dato alle Regioni competenza esclusiva per il turismo ex art. 117, comma 4 della Carta.

RIFORME FRENETICHE - Dallo studio emerge innanzitutto una spiccata tendenza a riformare frequentemente la normativa. In generale, queste leggi vengono modificate dalle Regioni con cadenza frenetica, in molti casi: (fino a 5 in 3 anni), spesso contestate in sede amministrativa e capaci di produrre fino a 15 definizioni diverse di cosa sia una banale casa vacanza, mentre si introducono specifici requisiti per normare "palafitte", strutture "digital detox" (niente telefono o wi-fi), "Marina resort" (le condizioni secondo cui è possibile pernottare in una barca ormeggiata), e presto forse anche grotte, come potrebbe accadere in Veneto. Esistono però Regioni in cui la legge varia nell`arco di mesi, come nel caso della Liguria.

DISOMOGENEITA' - Un'altra criticità riguarda il definire in modo disomogeneo categorie di ricettività altrimenti piuttosto banali nelle loro caratteristiche essenziali. La categoria case e appartamenti per vacanze (CAV), presenta requisiti che variano molto tra le diverse Regioni. Altri passaggi delle normative regionali differiscono invece nella promozione, nella metratura oppure per ciò che concerne la pulizia delle strutture. C'è poi il capitolo del rischio di incorrere in contenziosi, promossi dallo Stato oppure da privati, contro norme regionali a rischio illegittimità. Accade infatti che la modifica di leggi regionali appena varate è una necessità imposta dal TAR a fronte di ricorsi per illegittimità o incostituzionalità di parte di esse. Negli ultimi 3 anni, ci sono state 5 impugnative contro normative regionali e 24 sentenze della Corte Costituzionale circa il riparto di competenze fra Stato e Regioni in materia turistica.

SERVE UN GESTIONE ARMONICA - Un quadro normativo così complesso - conclude lo studio - genera anche flussi comunicativi altamente frammentari tra soggetti pubblici e privati, che risentono del diversificato riparto di competenze e funzioni amministrative. A questo proposito, l`analisi suggerisce una gestione armonizzata dei diversi data base pubblici e privati, al fine di sviluppare una visione globale del settore turismo, che supporti inoltre azioni quali la lotta all`evasione fiscale, la sicurezza pubblica e il funzionamento della pubblica amministrazione. Una soluzione potrebbe risiedere nella gestione armonizzata dei diversi data base pubblici e privati, arrivando a sviluppare una visione globale del settore turismo, ma soprattutto servirebbe creare un quadro normativo nazionale, considerando l'evoluzione del settore turistico e quindi creando la macrocategoria home sharing.
                                                        (Quotidiano.net)

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