Oggi guardavamo al computer la rubrica di Alessandra Comazzi - Cose di Tele - che trattava proprio della trasmissione di Rai 3 con Ezio Bosso: Che storia è la musica?, dopo aver letto il coro unanime laudativo dei critici televisivi sui vari giornali.
E allora, proprio dopo aver ascoltato la Comazzi, ci è venuto in mente che anche lei, tanti anni fa a più riprese, fu fra i molti che lodarono l'esperimento - unico nel suo genere - di Rai 1, All'Opera!, che ebbe come efficacissimo narratore Antonio Lubrano, e noi con Lubrano come autori.
L'esperimento voluto dall'allora direttore di Rai 1, Sergio De Luca, si rivolgeva al grande pubblico della rete più popolare della Rai, al quale proponeva un repertorio che un tempo molti conoscevano abbastanza e che rischiava come tante cose, anche belle ed importanti, di essere dimenticato. Il grande repertorio del nostro melodramma ottocentesco; per intenderci: Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi, ma anche Puccini e Mozart e Bizet e qualcun altro.
Il quale melodramma, a differenza del repertorio sinfonico che ha bisogno talvolta di parole esplicative, aveva il vantaggio di raccontare un storia attraverso la musica. Ma al quale mal si adattavano i tempi televisivi. Ecco perciò l'idea: riduciamo a formati più adatti al piccolo schermo lo scorrere della musica e raccontiamo, strada facendo, anche lo svolgersi della storia. Il tutto in un'ora circa. Alla fine il pubblico televisivo - che non può essere trattato alla stregua di quello dei teatri - rinfrescava la storia dei melodrammi più noti e, contemporaneamente, ascoltava i brani più belli e amati.
Il programma ebbe notevole successo; a gruppi di dieci puntate venne trasmesso per sei anni consecutivi ( 1999-2004), d'estate, per un totale di una cinquantina di titoli (alcuni, fra i più noti, furono ripresi anche due volte); andava in onda in seconda serata, venne replicato anche la domenica pomeriggio con identico riscontro di pubblico. Ci furono opere, evidentemente amatissime, che ebbero uno share addirittura del 14% - da non credere ; e lo share, comunque, mai scese sotto l'8%. Al Prix Italia che si svolse a Reggio Emilia, mostrammo agli ospiti stranieri qualche puntata del programma, riscuotendo anche il loro apprezzamento ed interesse.
Quelle puntate sono state riprese tante volte sia da Rai International che da Rai Educational. Ma da Rai 1 mai: per l'altissimo livello professionale dei suoi dirigenti nel tempo?
E allora perchè non riprendere quei titoli del melodramma, amatissimi dal pubblico televisivo, già belli e pronti per essere rimandati in onda?
E soprattutto perchè nessuno più fa finta neppure di ricordarsene, ogni volta che - ad ogni morte di Papa- la Rai propone un programma cosiddetto 'culturale' dedicato alla musica cosiddetta seria o al melodramma?
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