giovedì 6 febbraio 2020

Lega Nord. I 49 milioni scomparsi. Il giudice dà ragione all'Espresso, riconoscendo al settimanale il corretto esercizio del giornalismo 'd'inchiesta' sugli scandali fianziari che hanno coinvolto la Lega (FNSI social)

Nessuna diffamazione ai danni della Lega Nord e dei suoi esponenti da parte dei giornalisti dell'Espresso sulla vicenda dei circa 49 milioni di euro sequestrati al partito a seguito della sentenza del tribunale di Genova del 24 luglio 2017. A dare la notizia è il settimanale diretto da Marco Damilano, che sul proprio sito web pubblica le motivazioni del verdetto depositate venerdì 24 gennaio.

Gli articoli considerati diffamatori dai querelanti, osserva il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Velletri, sono il risultato dell'inchiesta portata avanti dai giornalisti che, «legittimamente scandagliando la realtà attraverso testimoni e documenti», sono arrivati a conclusioni che «non si sono sostanziate in gratuiti ed ingiustificati attacchi al partito Lega Nord, né ai singoli rappresentanti, idonei a lederne la reputazione».

Accogliendo la richiesta formulata dal pubblico ministero, il gip ha dunque disposto l'archiviazione del procedimento per diffamazione intentato da Matteo Salvini e da altri esponenti della Lega nei confronti dei giornalisti e del direttore del settimanale che, tra giugno e luglio 2018, si erano occupati del caso.

Un caso dall'«indubbio rilievo, stante l'interesse pubblico alla ricerca della verità conseguente agli scandali finanziari che hanno travolto il partito in questione», aggiunge il giudice. Quello dei giornalisti dell'Espresso, in sintesi, è stato «indiscutibilmente» giornalismo d'inchiesta, che secondo la Corte di Cassazione rappresenta 'l'espressione più alta e nobile dell'attività d'informazione'.

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