martedì 18 febbraio 2020

Ricordi del teatro Lirico di Alberto Savinio. Sulla morte di Richard Wagner, un curioso aneddoto che vede protagonisti un capostazione e suo figlio


Sulla morte di Wagner, Gabriele D’Annunzio ha scritto nel Fuoco delle pagine commosse da quel gagliardo eroismo, che richiama alle illustrazioni di Adolfo De Carolis. Per quale ragione Adolfo De Carolis scriveva talvolta il suo cognome con K: De Karolis? 

Della morte di Wagner noi conosciamo una versione più modesta.
Avemmo la ventura di conoscere alcuni anni or sono un uomo irrequieto e arguto, figlio di un capostazione. Suo padre, campestre e dialettale, aveva la sorveglianza di una piccola stazione del Veneto. 

Un giorno un telegramma giunse in quella stanzioncella che annunciava il passaggio per l’indomani del treno che portava Riccardo Wagner a Venezia; e il capostazione, nella sua schietta ingoranza, tradusse in famiglia il telegramma così: ‘ Domani alle diciassette e qundici passa el Vanièr’. 

E l’indomani, all’ora indicata, il figlio del capostazione, curioso di sapere chi era el Vanièr, si piantò sul marciapiede della stazione, vide il treno arrivare, vide a un finestrino un signore rosso di pelo, a naso uncinato e ganascia a scarpa, che reggeva un libro con la sinistra e con la destra carezzava un cagnolino, e capì che el Vanièr era lui. Poi il treno ripartì e il bambino non ci pensò più. 

Qualche tempo dopo però, un altro telegramma avverte il capostazione che l’indomani, alle 16 e quarantotto, el Vanièr sarebbe ripassato; e l’indomani, alle 16 e quarantasette, il bambino torna a piantarsi sul marciapiede della stazione, vede il treno arrivare, lo vede ripartire, ma non vede al finestrino il signore rosso di pelo, col libro in mano e il cagnolino. 

Questa volta il signore rosso di pelo stava nel furgone di coda dentro una bara, e ‘viaggiava verso la collina bavàra ancora soptita nel gelo’.
Tanti conoscono a memoria i Leitmotive della Trilogia ( sic nel testo ): quel modesto funzionario delle FF.SS visse e morì senza sapere chi fosse quel misterioso Vanièr che ora arrivava e ora ripartiva.
                                                                Alberto Savinio 
                                                        ( Documento, mensile- 1942)

P.S.
 In  una recente intervista, il neo direttore musicale del Teatro Massimo di Palermo, Omer Meir Wellber, che ha inaugurato la stagione operistica col Parsifal wagneriano, si è letto  che  "Wagner, per ogni israeliano costituisce un problema". "Perchè - udite udite - Wagner fu fascista, anzi 'nazista'".  E che per questo lui preferisce concentrarsi sulla musica, altrimenti..
La dichiarazione  un nostro collega, Cesare Galla ( su Lettera 43),  l'ha giustamente definita un anacoluto storico.
 Non serve aggiungere alto, tanto è assurda, antistorica.
 Noi vogliamo commentarla con uno sberleffo che reca la firma di Alberto Savinio, relativo alla morte  di Wagner che, come si sa, avvenne a Venezia.
Questo testo, che è parte di un testo più lungo dal titolo 'Ricordi del teatro Lirico' fu da noi scovato,  nel corso di studi sul mensile Documento, e ripubblicato  sulla rivista  di storia, Nuova Storia contemporanea ( Nov.-Dic.- 2002) ( P.A.)

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