domenica 23 febbraio 2020

La Scala è chiusa, Santa Cecilia che ospita l'orchestra della Scala, è aperta. I musicisti vengono dalla Lombardia. Ma non è quella regione semichiusa agli spostamenti?

Non ci sono notizie relative al concerto sinfonico di questa sera nella Sala Santa Cecilia dell'Auditorium di Roma, dove arriverà la Filarmonica dell Sala con il suo direttore Riccardo Chailly.

Il teatro alla Scala, per una  settimana almeno, è chiuso- come è chiuso anche il Teatro La Fenice di Venezia - a causa dell'ordinanza governativa e regionale che mira a contenere e circoscrivere il diffondersi della epidemia di Coronavirus, ma i musicisti milanesi e lombardi  - non sappiamo la provenienza dei componenti dell'orchestra milanese - possono viaggiare? 

 La Scala ha fatto un'indagine per definire la provenienza dei suoi strumentisti in trasferta a Roma? e, nel caso i cui alcuni di essi provenissero dalle zone di maggior diffusione del virus cinese,  non autorizzare l'uscita?

Questa trasferta, non vogliamo neanche pensarci, potrebbe costituire il veicolo con il quale il virus esce dalla Lombardia - la regione governata dalla Lega e con il maggior numero di paesi e cittadini infetti - ed approda nelle regioni del centro Italia.

Dicano chiaramente a tutti noi e lo dicano anche al pubblico della musica romano se si corre un tale rischio. Perchè se tale rischio è concreto, allora forse sarebbe il caso che anche questo concerto venga sospeso e magari ripreso non appena l'emergenza- speriamo prestissimo - sarà scongiurata. Primum vivere, sani, deinde musicare.

 L'Accademia di Santa Cecilia tace; sul sito ufficiale, nelle ultime ore, e dopo le ordinanze governative e regionali, nè la conferma nè la smentita.  Segno di eccessiva leggerezza con cui si tratta un problema che oggi è per l'Italia drammatico.

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