martedì 4 febbraio 2020

L'INNO A ROMA DI GIACOMO PUCCINI AL TEATRO COSTANZI DI ROMA. Nel 1919

L'esecuzione dell'Inno a Roma  ( del quale nei precedenti post abbiamo riprodotto i versi e raccontato la genesi) era prevista per il Natale di Roma, il 21 aprile 1919. Nel pomeriggio a Piazza di Siena e , in serata, al Teatro Costanzi. 
 L'allora sindaco di Roma, il principe Prospero Colonna, che aveva commissionato l'Inno,  così racconta l'esecuzione, in serata di quel 21 aprile:

" Gli esecutori saranno circa 4000 e cioè 500 soldati, le maestre giardiniere, le alunne delle scuole normali, gli alunni e le alunne delle classi IV, V, VI elementare, le masse corali del Costanzi, la banda municipale e tutte le musiche militari di Roma, compresa la fanfara dei R.R. Carabinieri, per la quale sono state fatte apposite e speciali trombe!

 Per ragioni di carattere atmosferico (temporale) l'esecuzione fu rimandata al 1 giugno 1919.
Così Il Messaggero:" L'Inno a Roma, diretto da Vessella, suscita una fremente manifestazione di entusiasmo popolare. L'inno pucciniano svolge un ritmo sonoro di grandissimo effetto, gagliardo e gentile insieme, un'ispirazione musicale italianissima, che la folla plaude convinta e commossa".

Postscriptum

Non sarebbe stato opportuno eseguire quell'Inno in occasione del concerto - 'spettacolo',  così definito dalla 'brava presentatrice' - che ha aperto l'anno di festeggiamenti per i 150 anni di Roma Capitale?

Ieri sera  c'è stato al Teatro dell'Opera un concerto preceduto da vari discorsi ufficiali, compreso quello della sindaca che avrebbe dovuto chiedere scusa a Roma e ai Romani per come ha ridotto la città. E invece s'è pavoneggiata nel Palco reale, agghindata con la fascia tricolore, sottolineando la internazionalità di Roma e la sua  disposizione all'accoglienza (  ma sommersa dalla monnezza e ferita dai disservizi- ai quali la sindaca non ha fatto naturalmente cenno).

Il concerto è andato avanti nel solito modo provinciale al quale siamo abituati da tempo.  In apertura la  Banda 'interforze' - che coadiuvata dal Coro del Costanzi avrebbe potuto eseguire quell'Inno e invece non l'ha eseguito - , in un omaggio alla Roma, Capitale anche del Cinema, con le musiche di Rota per i film di Fellini; omaggio anche ai  suoi poeti ( Proietti ha  detto due poesie famosissime di Belli e Trilussa); poi Paola Turci (che c'entrava?)  alla quale per farle cantare 'Roma, non far la stupida stasera', è stato concesso di cantare prima una sua canzone; a seguire un brevissimo, quanto inutile intervento di Paolo Mieli, di carattere storico; ed infine due brani per orchestra ( Nozze di Figaro di Mozart e Barbiere di Rossini, le due ouvertures) diretti dal musicista che da qualche tempo è quello più di moda, Ezio Bosso.

Per finire, l'Inno d'Europa, il famoso inno beethoveniano, cantato in italiano, con la partecipazione di Bocelli ( altro tributo alla moda, che all'inizio deve aver cantato qualcos'altro, ma che noi non abbiamo ascoltato) interrotto prima della fine, perchè ormai il tempo stabilito era finito. Una figura di m...  passata inosservata, ne siamo certi.
 Quando venne interrotta, a 'Domenica In' una canzone, per identico motivo,  ci fu una sollevazione popolare, per l'Inno d'Europa di un certo Beethoven, non frega niente a nessuno.

Neppure a Rai Cultura ed a Rai Tre, che ha trasmesso il concerto, da poco nelle salde e competenti mani di Silvia Calandrelli.

Per tale festa paesana si sono alleati  Rai Cultura,  Rai Tre, il Comune di Roma ed il Teatro dell'Opera.  Chi altro? 

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