Cecilia Gasdia, sovrintendente veronese, ha annunciato la prossima stagione in Arena: Aida, Turandot, Nabucco, Traviata, Cavalleria e Pagliacci; con l'aggiunta di alcune serate speciali, e galà: Roberto Bolle, Anna Netrebko, Jonas Kaufmann, Placido Domingo; e ne ha approfittato per vantare i risultati ottenuti anche nella passata stagione: l'Arena - ha sottolineato - da sola, in una stagione fa il 20% del pubblico italiano di tutte le fondazioni liriche.
Ma non potrebbe fare anche di più se ogni sera i 13.000 posti, più o meno, venissero tutti occupati - domanda?
Alla Gasdia, tanto per sparare anche noi cifre, vogliamo solo rammentare che in una sola puntata della nostra ( mia e di Lubrano) trasmissione di Rai Uno, ALL'OPERA!, faceva il pubblico dell'intera stagione di tutte le fondazioni liriche italiane - secondo i dati relativi alla sesta stagione (dal 1999 al 2004), ultima, della trasmissione estiva, nel 2004.
Leggendo il cartellone della Gasdia risulta che i cast sono meravigliosamente popolati di star della lirica mondiale. alcune delle quali sono presenti in più titoli del cartellone, in una sorta di teatro d'opera alla tedesca: arrivano, cantano in una o due recite e ripartono. Sebbene si tratti di cantanti di sicura resa e collaudati, dal nome notissimo, non è un mistero che le voci, per quanto ben scelte, non sono la ragione principale per cui il pubblico va in Arena.
Perchè a richiamare pubblico sono primieramente i titoli 'classici' per l'Arena, e gli allestimenti spettacolari che, da parecchi anni a questa parte , costituiscono in un caso una specie di festival nel festival, con gli allestimenti di Zeffirelli ( Aida, Turandot, Traviata) visti e rivisti ma sempre accattivanti per il pubblico areniano, ed ancora una volta riproposti dalla Gasdia, con la sola eccezione del Nabucco affidato ad altro regista. Si tratta comunque, per i titoli di quest'anno, in ogni caso di riprese di spettacoli areniani di stagioni precedenti; e per quelli di Zeffirelli, dell'ennesima ripresa, che non sarà certo l'ultima.
Il podio areniano se lo dividono pochi nomi, Daniel Oren in cima, coadiuvato e sostituito in alcune recite dal veronese Battistoni, e poi c'è Ciampa, giovane direttore in continua ascesa, e, per lo spettacolo inaugurale, a metà giugno, con il dittico Pagliacci/Cavalleria, Diego Matheuz.
Lo spettacolo inaugurale del Festival dell'Opera in Arena riserva l'unico nuovo allestimento, con la regia affidata a Gabriele Muccino che noi sappiamo regista cinematografico di altro genere, qui costretto a misurarsi con sangue&arena. E forse la scelta del dittico per un regista che debutta nel melodramma, si deve anche ad una relativa, ma non troppo, semplicità della regia.
Ma la vera novità è l'annunciato debutto di Katia Ricciarelli, (ex) soprano, che quando faceva la cantante non ha mai cantato in Arena, e vi debutta solo ora, per gesto di grande cortesia della sovrintendente, Cecilia Gasdia, verso una collega che in passato ha onorato il melodramma. Katia Ricciarelli debutta in Arena alla bella età che ha, settantaquattro non sono pochi, e Lei stessa non crediamo faccia mistero dei suoi anni, e in un ruolo che la impegnerà soprattutto come attrice, professione nella quale si è buttata con discreto successo negli ultimi anni, dopo che avendo rovinato la sua voce, anche con scelte improprie, è stata costretta a ritirasi troppo presto dalle scene: interpreterà Mamma Lucia, contralto, in Cavalleria Rusticana.
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