Voglio andare in un'aula di Tribunale e "chiarire" la mia posizione davanti a tutti. Lo devo ai miei figli, per dimostrare loro che "papà non è un delinquente". Convinto di aver "agito per difendere l'interesse pubblico", con queste motivazioni,
Matteo Salvini ha chiesto ai suoi senatori di "non impedire", con il loro voto oggi in Senato, il processo contro di lui chiesto dal Tribunale dei ministri di Catania, che lo accusa di sequestro di persona per il blocco dello sbarco dei migranti a bordo della nave Gregoretti, tra fine luglio e inizio agosto.
L'obiettivo del leader - insistono i suoi collaboratori - è avere un chiarimento, in Tribunale, sulla legittimità del proprio operato. Il gesto chiesto da Salvini ai suoi ha un valore puramente simbolico, perché, in alcun modo, le opposizioni potrebbero evitare il processo a suo carico, non avendo i numeri - 160 i voti richiesti - per approvare l'ordine del giorno promosso da Forza Italia e Fratelli d'Italia in cui si chiede di negare l'autorizzazione a procedere.
Quindi, coerentemente con quanto chiesto dal capo, i senatori della Lega non parteciperanno al voto (anche se non lasceranno l'aula).
Toccherà al capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo, nella dichiarazione di voto, spiegare il senso del gesto. Mentre - Salvini presente in Aula - dovrebbe intervenire anche la senatrice leghista Giulia Bongiorno.
L'ex ministro della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, tra i più famosi avvocati penalisti d'Italia, non approva la linea imposta dal suo capo. "Spero davvero che il leader della Lega decida di non avallare la linea dell'autorizzazione a procedere nei suoi confronti", aveva detto Bongiorno nei giorni scorsi.
"L'idea che un uomo possa rimanere per anni e anni a processo non dovrebbe piacere a nessuno. E questo certamente lo farò presente a Matteo Salvini. Lui pensa di andare in aula e dimostrare davanti a tutti in tempi brevi che ha ragione. Però, questo rischia di non succedere. I tempi potrebbero essere lunghissimi e c'è il problema di restare bloccati per anni, ostaggi del processo".
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