giovedì 10 novembre 2022

Don Giovanni non esisterebbe senza donne. Alla stesa maniera Riccardo non dirige senza Chiara

 

Don Giovanni non esisterebbe senza donne! Deve alle sue prede il nome che porta – racconta la regista Chiara Muti – Le dodici entità che deambulano in scena sono le ombre del rimorso di Don Giovanni, o meglio quello che vanno cercando invano torturandosi senza pace e che vorrebbero veder balenare nel profondo dei suoi occhi sfuggenti, per liberarsi dall’umiliazione d’essere, un giorno, state sue vittime. Il mito che incarna l’ha reso immune, l’archetipo che rappresenta l’ha liberato dai fili a cui sono ancorati tutti gli altri, e nessun timore di Dio riuscirà mai ad ammaestrarlo!». Prosegue Chiara Muti: «Mozart ha lasciato Don Giovanni senza una vera aria, perché egli vive negli altri… Non ha tempo da perdere e corre dritto incontro al suo destino. Gli altri, invece, sono comprimari inconcludenti, aspiranti protagonisti. Anna, per esempio, che si dispera per la morte del padre, lo fa in maniera affettata, priva d’ogni spontaneità – e mi fa venire in mente la Desdemona agonizzante e compiaciuta di Laura Betti in Che cosa sono le nuvole? di Pasolini, geniale affresco sulla condizione umana».
Nella foto: la regista Chiara Muti e Luca Micheletti, interprete di Don Giovanni, durante le prove (Foto Andrea Macchia - © Teatro Regio Torino)
Omaggio dunque a Pasolini, a cento anni dalla nascita, e poi anche a Molière, a quattrocento anni dalla nascita, spiega Chiara Muti: «in una scena desolata il nostro eroe, solo come un condannato, attende seduto su quella sedia che accompagnò Molière nei suoi ultimi istanti di teatro. Omaggio al suo genio, che sublimò Don Giovanni rendendolo immortale. Un’ombra smisurata irrompe sulla scena, la coscienza di pietra chiede d’essere ascoltata! Esige un pentimento. Può Don Giovanni rinnegare se stesso? Come già fece il vile Faust davanti alle porte dell’Inferno? Mai! La salvazione sarebbe per lui una sconfitta. In quei “no” irati, ripetuti ad oltranza, vige il mito di Don Giovanni. L’ombra sembra rinunciare alla sua impresa di redenzione! Saranno le donne la sua condanna… Costretto a guardarsi dentro… e veder riflessa la sua immagine così come la vedono le sue vittime e doverne sostenere lo sguardo… I loro occhi bruciati dal pianto ficcati come dardi nei suoi. Il mistero di ciò che si è realmente è insostenibile… L’incantesimo dell’invulnerabilità al rimorso si spezza… Don Giovanni sprofonda all’Inferno. Ma per poco, e lo sa…
Il male riconosce il male e l’elegge suo ambasciatore sulla terra».

Il Don Giovanni sarà diffuso in diretta giovedì 24 novembre alle ore 20 su Rai Radio3.

Per desiderio del Maestro Riccardo Muti e del Sovrintendente Mathieu Jouvin, il Teatro Regio devolve l’incasso della prova generale di mercoledì 16 novembre alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus di Candiolo.
 

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