Se non avesse manifestato il forte dispiacere di lasciare quel 'gioiello' che è diventato il MAXXI - soi disant - saremmo tentati di replicare alla Melandri: ma che sta dicendo? Nomina 'politica'? Ogni nomina di quel genere si potrebbe dire 'politica', innanzitutto nel senso che a farla è la politica; e 'doppiamente politica' se nel farla non si tiene affatto conto delle competenze della persona nominata.
Proprio per questo la nomina della Melandri al MAXXI dieci anni fa e, senza timore di essere smentiti, quella precedente a ministro della cultura furono nomine esclusivamente e doppiamente politiche.
Non ricordiamo se il predecessore - c'era uno prima di Lei?- della Melandri sia stato mandato a casa anzitempo o con qualche pretesto per far posto a Lei, ex ministro della Cultura e dunque con i titoli guadagnati sul campo per insediarsi al MAXXI. Neanche uno prima dell'incarico, o degli incarichi.. E per la Cultura va detto che quel dicastero è stato ritenuto quasi sempre di second'ordine, dunque poco appetibile.
La Melandri, inoltre, vantava e vanta parentele di peso, mentre Giuli arriva al MAXXI perché supporter della Meloni, ma con qualche chance in più, non c'è dubbio, della Melandri. Perchè giornalista, uomo di cultura, studioso e con interessi storici evidenti.
La Melandri ha fatto dire ai suoi che forse Giuli non conosce bene come Lei l'inglese. Sarà vero? Lei in America è nata ed ha anche il passaporto di quel paese, oltre quello italiano. Ma, ammesso che non lo conosca bene come Lei, se l'ha imparato 'Giggino' con un corso accelerato al Ministero degli Esteri, può farlo anche Giuli.
L'era Giuli non è ancora cominciata, aspettiamo qualche mese, magari un annetto, per giudicarlo. Aspetti anche la Melandri, che nel frattempo non sarà lasciata a casa dalla 'politica'.
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