E' in scadenza il secondo mandato quinquennale di Giovanna Melandri alla presidenza del MAXXI. Già parlamentare, già ministra della cultura, fu nominata al MAXXI dove è rimasta indisturbata per dieci anni, dopo qualche polemica degli inizi: lavoro senza stipendio e poi lo stipendio congruo l'ha voluto. Al MAXXI si può dire che ha lavorato bene e, andando via, può vantare anche il bel risultato della nascita del Museo della Scienza di prossima edificazione.
Della sua formazione ( economica), della sua famiglia e della appartenenza/militanza politica, che la fece arrivare in Parlamento ed addirittura al Ministero della Cultura si sa già: 20 anni complessivi per 5 legislature di seguito. Come anche di quell'imperdonabile scivolone che la vide, la sera di una inaugurazione della Scala, partecipare ad una cena all'Hilton, mentre aveva detto che doveva allattare.
La sua carriera politica e quel che ne è seguito è assai simile a quella di un'altra beniamina del PD, Marianna Madia: ambedue in Parlamento e poi ministre con la benedizione di Veltroni. Particolare propensione e preparazione, dopo il Parlamento, ad occupare i dicasteri rispettivi, non se ne ravvisano.
Adesso si fa già il nome del successore della Melandri al MAXXI, quello di Alessandro Giuli, giornalista, studi di filosofia alle spalle, interesse per il mondo della cultura e della storia, a lungo collaboratore nella rete di Sangiuliano ( Rai 2) e legato a Giorgia Meloni - di tale legame non ha mai fatto mistero, e sua sorella è portavoce di Lollobrigida, ministro e cognato della Meloni. I giornali scrivono che la premier l'avrebbe voluto come portavoce di Palazzo Chigi. Presenza fissa in tv, rappresenta il volto colto e moderato della destra che è rappresentata stabilmente in tv anche da Borgonovo, che invece è intollerante e meno colto.
Giuli è da meno della Melandri? Affatto. Anxi sulla carta forse Giuli ha più numeri della Melandri per dirigere un museo. La Melandri su Giuli, può vantare solo il doppio mandato parlamentare, dal 1994 al 2012 e l'incarico ministeriale. Giuli, se lo volesse, alla prima occasione verrebbe candidato dalla parte politica di appartenenza e non è detto che non possa anche diventare ministro.
Ha le carte per dirigere un museo di arte contemporanea? Qualcuna in più di quelle che poteva avere, per formazione e studi, la Melandri. E del resto il successo della gestione di Giordano Bruno Guerri, al terzo mandato al Vittoriale deve farlo pensare.
L'unica cosa che si rimprovera alla nuova parte politica che governa il Paese è la fretta, la corsa ad occupare, prima ancora che si liberino, posti di responsabilità o di prestigio. Talvolta, come nel caso di Beatrice Venezi, promuovendo una che può vantare appartenenza e forse poco altro.
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