Nina Rota, figlia del compositore Nino, non sapeva che fosse suo padre e lo ha scoperto solo dopo la sua morte: “Pensavo fosse un amico di famiglia”
Nina Rota: “Mio padre ebbe una relazione con mamma a Londra e…”
Nina Rota, figlia del maestro Nino Rota, scomparso nel 1979, si racconta a Repubblica dopo l’evento di Los Angeles al Dolby Theatre. Il padre, autore di oltre centocinquanta colonne sonore e collaboratore di grandi registi, ha avuto proprio lei, figlia illegittima, da una pianista che viveva a Londra. Nina, però, lo ha conosciuto e apprezzato: “Papà era una persona profonda, spirituale, era molto legato alla famiglia e agli amici affettuosi. A volte penso che la sua vita sarebbe stata più piena se avesse conosciuto meglio sua figlia“.
La loro è una storia particolare: “La mia è una storia curiosa che non molti conoscono, io stessa non ne ho mai parlato granché. Io sono il frutto di una breve relazione che mio padre ebbe nel 1948 a Londra, con una pianista, Magdalena Longari. Mio padre tornò in Italia, lei rimase a Londra ma lui smise di rispondere alle sue lettere. Io non sono stata allevata da mia madre. Fino all’età di undici mesi rimasi in una specie di asilo nido, sotto la sua tutela, poi venni ospitata in una casa per bambini in un piccolo villaggio nell’Essex, e data in affidamento alla famiglia Willings fino a 9 anni, quando i Willings mi hanno adottato e mi trasferii con loro negli Stati Uniti”.
Nino Rota, la figlia Nina: “L’ho saputo dopo la sua morte”
Nina Rota non sapeva che il compositore fosse suo padre e fino ai 18 anni, neppure che la famiglia con la quale viveva non fosse la sua naturale, come spiega a Repubblica: “Nessuno mi aveva detto niente fino a quando, quasi per caso, quando avevo 18 anni qualcuno mi disse che ero stata adottata. La mia madre ‘ufficiosa’ era Suso Cecchi d’Amico, grande amica di mio padre fin dall’adolescenza, in qualche modo ha sempre fatto parte della mia vita. Quando mio padre si è rifiutato di rispondere alle lettere di mia mamma Suso ha preso in mano la situazione: comunicava direttamente con mia madre, le mandava soldi quando le servivano. Quando sono andata a vivere con i Willings Suso parlava con loro e con la mia assistente sociale. Era l’unica persona ad avermi conosciuta dalla mia nascita fino alla sua morte nel 2010, a 96 anni. A me diceva che Nino Rota era un amico di famiglia, solo dopo la morte di mio padre, mi disse la verità. È una lunga storia: ho dovuto ricostruire una nuova vita, unire due vite, la mia e il mio rapporto con lui dopo aver scoperto la verità”.
Nino Rota, all’epoca, era molto conosciuto: “Lo incontravo da Suso, ma credevo fosse uno dei suoi tanti amici e basta. I miei amici mi dicevano: è ovvio che è tuo padre, io dicevo di no, perché non volevo accettare una verità così difficile”. E la sua presenza sembrava non lasciare indifferente il compositore: “Quando c’ero io, era sempre nervoso, sembrava intimidito, tutti dicevano che fosse riservato di natura, che parlasse poco, quindi non ci facevo caso. Una volta a New York gli dissi: ma insomma, chi sei? E lui mi rispose: oh, solo un amico di famiglia“. Nel 1977 Nina partecipò al festival di Spoleto dove il padre debuttava con “Napoli milionaria”: “All’epoca di Spoleto non sapevo ancora che fosse mio padre, l’ho scoperto l’anno dopo la sua morte: andai a Roma e Suso me lo disse. Avrebbe preferito che lo facesse lui ma lui non l’ha fatto ed è toccato a lei. A quel punto mi ha dato tutte le lettere che aveva conservato per tanti anni, le lettere di mia madre, degli assistenti sociali, i documenti che mi riguardavano”.
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