martedì 15 novembre 2022

Da Bali il presidente MELONI non vede i naufraghi nel Mediterraneo? ( da Il Riformista, di Piero Sansonetti)

 Ci sono duecento persone (persone) su quattro barche, nel Mediterraneo – tra la Libia, Malta e la Sicilia – che vagano abbandonate. Nel vocabolario italiano si chiamano naufraghi. Una di queste barche è stata invasa dall’acqua. Per ora galleggia, rischia di affondare. Hanno chiesto aiuto 40 ore fa. Né Malta né l’Italia intervengono. Ci sarebbe la possibilità di un salvataggio da parte delle Ong, ma le politiche repressive nei loro confronti ne hanno ridotto molto le capacità di intervento. Ora il governo italiano sta studiando come ridurre ancora la possibilità per loro di navigare. Bel lavoro. Ieri non c’erano navi Ong disponibili nel Mediterraneo. Effettivamente facendo così si riducono i rischi di sbarchi, aumentando di molto le probabilità che quelle persone (persone) affoghino e si tolgano di mezzo.

È impressionante lo scarto tra il dramma umano e il dramma politico. Il dramma umano consiste nel fatto che centinaia, e poi migliaia, e poi decine di migliaia di persone vivono l’angoscia di non sapere se domani saranno vive o cadaveri in fondo al mare. E poi l’angoscia della fame, talvolta, o della sete, o del freddo, o dei vestiti fradici, o del pianto dei bambini. Attenzione: questa non è retorica. È cronaca. Precisamente è cronaca nera. Il dramma politico consiste invece nei calcoli che forze politiche e uomini e donne di governo fanno, cercando di indovinare se l’immigrazione può togliere o aggiungere voti e se respingere in mare, violando ogni legge (prima di tutto la legge del buonsenso) può aumentare il consenso e semplificare le relazioni con le altre forze politiche, o con gli altri Stati o con l’Europa.









Nessun commento:

Posta un commento