La notizia ufficiale dell’insediamento di Alessandro Giuli come nuovo presidente della Fondazione MAXXI definisce il sistematico cambiamento di prospettive già nell’aria da tempo nel mondo della cultura.
Anche il Museo delle arti del XXI secolo cambia radicalmente orientamento: l’era di Giovanna Melandri giunge al tramonto dopo un percorso durato 10 anni, segnato da un impulso fondamentale alla crescita di un’istituzione, guidata per tutto l’arco della permanenza dell’ex ministro con polso e rigore. Il 1 novembre 2022 è infatti definitivamente scaduto il suo mandato e il nuovo Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha confermato la volontà di affidare nelle mani del giornalista del quotidiano Libero, l’Istituzione romana.
Durante la conferenza stampa tenutasi proprio nelle sale che hanno visto Melandri sempre presente nelle quotidiane attività del MAXXI arriva oggi il cordiale saluto a tutte le personalità che hanno saputo accompagnarla in un viaggio durato due mandati ma a cui oggi si impone definitivamente la parole “fine”: «Un avvicendamento della governance è sempre possibile. Servire vuol dire lasciare un posto migliore rispetto a come è stato trovato. Noi oggi affidiamo ad Alessandro Giuli un gioiello internazionale, un gioiello che ha bisogno di cure. Abbiamo realizzato un polo nazionale al servizio della crescita dell’arte, un museo che ha messo l’agilità del privato al servizio del pubblico. Abbiamo creato uno spazio di formazione ed elaborazione internazionale aperto e libero»
L’ormai ex presidente si dedica a un ringraziamento diffuso, il primo pensiero va ai direttori del MAXXI, Hou Hanrou, Bartolomeo Pietromarchi e Margherita Guccione:«Hou Hanru devo ringraziarti per averci aiutato a guardare lontano con una visione unica con uno spirito libero fuori dal mercato. Questa istituzione ti deve tantissimo. Bartolomeo Pietromarchi hai fatto fiorire la collezione, hai fatto fiorire quella meraviglia che è il MAXXI L’Aquila, ci hai portato nel metaverso, grazie grazie grazie. Margherito Guccione, solo tu conosci ogni centimetro di questo museo e hai pazientemente costruito un lavoro incredibile. La tenacia e la costanza con cui Margherita è andata a scovare gli archivi è unica e dovrà essere il punto di riferimento strategico per il grande MAXXI. Con te, Pippo Ciorra, Domitilla Dardi e tutto il team degli architetti, avete fatto un lavoro strepitoso».
Un monito segue i fastosi ringraziamenti: «Le istituzioni sono sempre più grandi di ognuno di noi. Io credo fortemente nel valore sacro delle istituzioni e soprattutto per quelle che lavorano nella cultura. Abbiamo creato processi sani e sostenibili che potessero accogliere nelle mura di Zaha Hadid la libertà e la rappresentazione sensibile del vero».
Giovanna Melandri lascia il MAXXI con animo leggero: «Sono gioiosa e tranquilla perché so che questo team garantirà una continuità importantissima per questa istituzione. Siate generosi e creativi e tutto andrà bene».
Tanti gli interrogativi sul domani del Museo, l’ex presidente si dedica infatti a un breve richiamo a quello che è stata una delle sue missioni principali nell’ultimo biennio: «Il futuro si chiama Grande MAXXI, un progetto visionario, questo trae ispirazione dai valori del New europea Bauhaus, il nostro progetto che mi auguro dal profondo del cuore che la nuova governance possa continuare sul percorso già tracciato. Abbiamo immaginato un museo produttivo di soluzioni. Un centro al servizio del paese pronto a produrre progetti di rigenerazione. Il tema dell’ecologia è sulla bocca di tutti. Qui abbiamo provato a rappresentare il cambiamento che vorremmo vedere nel mondo».
La chiusura della conferenza vede Giovanna Melandri prendere in prestito le parole di Bob Dylan, protagonista di una prossima mostra, in apertura a dicembre: «Don’t look back, sono orgogliosa di quello che è stato fatto, che le rose continuino a fiorire sul sentiero del Museo. Viva il MAXXI»
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