Nessuna censura all’arte, alla letteratura, alla musica russa!
La cultura è la più potente arma che abbatte i muri di odio e diffidenza tra i popoli.
La cultura, quella autentica, non ha mai ucciso nessuno, non ha mai scatenato guerre, non ha mai instillato odio, discriminazione, razzismo, non ha mai condotto all’esaltazione della violenza, dell’oppressione e del genocidio.
Piuttosto ha costruito ponti su quei viali della storia che l’umanità deve ancora percorrere per emanciparsi e raggiungere il suo sommo traguardo: la pace.
Per questo siamo fermamente convinti che l’imposizione di limiti a tutte le varie forme in cui la cultura si esprime – l’arte, la musica, la pittura, il balletto, la letteratura, tra le tante – sia un atto violento, un atto fascista e pertanto inaccettabile.
In questi giorni abbiamo appreso con sgomento di una petizione, promossa da cittadini ucraini in Italia e associazioni italo-ucraine, che chiede al sindaco di Milano Giuseppe Sala la sospensione delle opere russe dalla prossima stagione del Teatro Alla Scala, a partire dalla “Prima”, che vede in programma "Boris Godunov" del compositore russo Musorgskij.
Non riusciamo ad intravedere nessuna ragione plausibile che giustifichi un intervento di censura da parte di un’autorità pubblica su uno spettacolo teatrale conosciuto ed apprezzato.
La nostra Costituzione nata dalla Resistenza Antifascista riconosce:
- all’articolo 3 il principio inviolabile di uguaglianza sostanziale e dunque pone al di fuori del solco costituzionale ogni tipo di discriminazione per nazionalità, cultura, etc.
- all’articolo 13 la libertà personale come inviolabile;
- all’articolo 21 riconosce l’inviolabilità dellìla libertà di opinione e di espressione;
- all’articolo 33 riconosce come libere l’arte e la scienza.
Per tutte queste ragioni non capiamo come si possa chiedere di impedire lo svolgimento di uno spettacolo in virtù della nazionalità del suo autore.
Nei mesi scorsi si sono verificati numerosi casi di russofobia nel campo della cultura, fra i casi più eclatanti: l’annullamento del corso dedicato a Dostoevskij all’Università Bicocca di Milano e la cancellazione in diversi teatri italiani del balletto Lago dei Cigni con la musica di Tchaikovskij.
Siamo altresì preoccupati che questo tipo di proposte, anche grazie al clamore mediatico, possano contribuire a diffondere odio e sfociare in episodi di violenza, mettendo in pericolo l’ordine pubblico nel Paese.
Nella qualità di liberi cittadini, membri della società civile, attivisti di associazioni e organizzazioni sociali, vogliamo restare estranei a logiche di guerra.
Vogliamo costruire ponti, non muri.
Basta alla russofobia, no alla cancellazione della cultura.
Sì alla fratellanza e all’unione tra i popoli e le culture.
Sì alla pace.
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