Non sono molto ottimista, la situazione peggiora di giorno in giorno". Sono parole scritte da Patrick Zaki in una lettera indirizzata alla sua ragazza e pubblicata sulla pagina Facebook "Patrick libero". Lo studente dell'Università di Bologna è imprigionato nel suo Paese d'origine dal febbraio 2020. "Speravo di raivere la mia libertà ma è chiaro che non accadrà presto", ha aggiunto lo studente.
"Avevamo così tanti progetti" - L'ultima decisione della Corte risale al 14 luglio quando, per l'ennesima volta, la custodia cautelare di Zaki è stata prolungata di altri 45 giorni. Il ricercatore è accusato di terrorismo e propaganda sovversiva. "Nei nostri sogni più selvaggi mai avremmo immaginato questa situazione, e fin da quando sono partito per Bologna avevamo così tanti progetti, il primo era quello che tu mi raggiungessi e potessimo girare per l’Italia assieme. Mi rende veramente triste che questo non possa succedere presto visto che la mia situazione sta peggiorando giorno dopo giorno", si legge nella lettera scritta dal giovane. La lettera è stata consegnata ai familiari che lo hanno visitato di recente nel carcere del Cairo dove è imprigionato.
"Avete sopportato l'insopportabile" - "La mia indagine è ripresa, il che potrebbe significare che un giorno andrò in tribunale e avrò un processo e questo è molto peggio di quanto mi aspettassi. Dopo un anno e mezzo, non potevo fare a meno di pensare che avrò presto la mia libertà, ma ora è chiaro che non accadrà presto. So che siete stati pazienti e avete sopportato l'insopportabile, mi scuso sinceramente per questo. Infine, vorrei congratularmi con tutti coloro che sono stati lasciati andare di recente, ma non sono affatto ottimista sulla mia situazione. Con molto amore, Patrick". Si conclude così la lettera di Zaki rivolta ai familiari e alla sua ragazza.
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