mercoledì 21 luglio 2021

Che succederà al Teatro dell'Opera di Roma, dopo l'uscita di Fuortes?

 L'ormai ex sovrintendente, Carlo Fuortes, salutando il pubblico e la stampa,  nel corso della conferenza stampa di presentazione della prossima stagione dell'Opera di Roma, ha detto, appuntandosi una medaglia al valore amministrativo sul petto, che il teatro è ben organizzato e con i conti a posto. Ora chi verrà dopo di me,  ha aggiunto, non dovrà fare la fatica che ho dovuto fare io in questi otto anni per rimettere in carreggiata il teatro.

 Visto dall'esterno il teatro sembra - come dice Fuortes - ben organizzato e forse lo è davvero; ma dall'interno provengono ogni tanto voci dissenzienti riguardanti la stabilizzazione di precari e la ridefinizione della pianta organica, oltre che il contratto integrativo (si ricorderà che quando arrivò, mister 'risolvo problemi' i problemi li risolse sì, nel malumore generale, riducendo gli stipendi a tutti). E poi c'è ancora da risolvere l'enorme voragine del debito pregresso, che passa  dalle mani di Fuortes a quelle del suo successore.

 Già chi sarà? La Raggi sulle nomine non ne ha mai azzeccata una, c'è quindi da temere che si faccia consigliare da qualcuno che ne capisce meno di Lei (che non ci capisce affatto), e fa ripiombare il teatro nell'incubo della spesa corrente stagione per stagione, che Fuortes ha messo a posto.

 Speriamo che non si faccia consigliare, ad esempio, da Gianni Letta, che, sicuramente avrà qualche nome da proporre, come ha fatto per la Rai spingendo Simona Agnes, il cui curriculum per far parte del Cda (mentre la destra per fare un dispetto a PD, ma agli stessi soci di destra, l'avrebbe votata alla presidenza) lascia francamente a desiderare, per quanto benevoli si possa essere. 

L'inaugurazione affidata ad un'opera nuova di Battistelli - che è poi il metodo che i teatri usano per mobilitare più che il pubblico, la stampa - a noi ha fatto venire in mente che la sindaca  voglia promuoverlo a sovrintendente, benché ci sia  già passato dall'Opera (senza lasciare un buon ricordo con quel suo festival contemporaneo cassato dopo una sola edizione da Fuortes), ora che è direttore artistico dell'Orchestra Haydn di Bolzano e del Festival Puccini di Torre del Lago. (Come faccia poi a scrivere opere  a getto continuo resta un mistero con tutto quello che ha da fare come organizzatore; anche la Fenice avrà a breve una sua opera nuova, con la regia di Michieletto).

La successione a Fuortes a Roma,  resta un rebus difficile da risolvere; anche perché dubitiamo fortemente che la sindaca si affidi - come ad esempio hanno fatto a Milano - ad una società che fa questo di lavoro: cercare cioè dirigenti con esperienza e bravi per vari tipi di aziende o istituzioni. E' la nostra più grande paura.

 Quest'anno Vlad direttore artistico ormai 'a vita', non contento della inaugurazione con Battistelli, anche a Caracalla - dove l'Opera tornerà quest'estate, dopo l'esperienza costosa ma poco rilevante della trasferta al Circo Massimo ( adesso anche in Rai la lodano, per farsi belli con il nuovo ad) - ha predisposto l'inaugurazione con un lavoro di Bernstein, Mass; scommettiamo che Vlad insisterà a chiamarlo 'suo maestro' e  a propinare anche la bufala che lui di Bernstein è stato  'assistente'? Assistente sì , nel senso che nel corso di alcuni suoi concerti in Vaticano - noi c'eravamo, erano gli anni Ottanta - lui lo 'assistette',  quindi non 'assistente' nel senso tecnico della direzione d'orchestra, che  è quello che Vlad vuol farci credere,  e ha dichiarato e sottolineato nel corso di una lunga intervista che il suo amico, ed anche suo sostenitore, Valerio Cappelli, gli fece mesi fa per il Corriere della Sera. 

 Comunque se ci dovesse venire qualche idea, ne faremmo certamente cenno su questo blog, prossimamente.

Nessun commento:

Posta un commento