Se l'iscrizione alla massoneria non fosse da tenere nascosta fino a che possibile, Cecchi Paone, esattamene quando rivelò di essere omosessuale dichiarato, avrebbe potuto anche aggiungervi che era massone. E, invece, non lo fece allora, molto tempo fa, ritenendo la sua appartenenza alla massoneria qualcosa di cui non andare fiero, e lo ha fatto soltanto ora. Non sappiamo in quale circostanza e per quale ragione, si sia deciso alla rivelazione, ma poco importa.
Della massoneria e dei suoi adepti, il cui elenco è segreto ma depositato presso la questura delle città in cui hanno sede le varie logge, si è spesso parlato, identificandola, a dispetto di quanto vanno predicandi i Gran maestri - che altro potrebbero fare?- con una società segreta i cui scopi, anche mettendo da parte le massonerie 'deviate', non sono nobili e neppure hanno finalità culturali e sociali.
A L'Aquila, in Conservatorio dove noi abbiamo insegnato molti anni, esisteva una loggia di muratori 'musicisti', nella quale erano iscritti nella quasi totalità gli insegnanti compositori e molti altri, dei quali buona percentuale risiedeva a Roma, e i cui nomi fece un volta un settimanale comunista, dell'allora Partito Comunista vogliamo dire, intendendoli sputtanare - come si direbbe senza peli sulla lingua.
Non sappiamo che fine abbiano poi fatto, e se dopo quella rivelazione che evidentemente ritennero infamante, al punto che protestarono, vergognandosene - un pò come avevano fatto Berlusconi e Costanzo iscritti ' senza saperlo' alla Massoneria di Licio Gelli - si siano disiscritti.
Recentemente in un video tv che riproponeva una lezione, come al solito illuminante, di Quirino Principe nella sede massonica del Vascello a Roma, di altissimo contenuto culturale, la relazione intendiamo, abbiamo scorto fra i presenti, nelle ultime file, per non farsi notare, almeno uno di quei compositori aquilani. E degli altri, anche se non si è più tornati sull'argomento della loro appartenenza, siamo quasi certi che sono rimasti iscritti, come tanti che non hanno mai confessato, ma le cui gesta stanno a dimostrare quanta mano abbia dato loro per la carriera la massoneria.
Che a noi non interessa, né ci è stata mai proposta, quando eravamo abbastanza in vista a causa del nostro lavoro, né abbiamo mai desiderato di appartenervi.
Resta il fatto che quando di uno si dice che è massone, non gli si fa certo un complimento, sapendo che quella che è, a tutti gli effetti, una società di mutuo soccorso, che non persegue fini alti e confessabili.
Comunque chi intende insistere nel difendere i nobili intenti dei massoni basta che controlli, prima di parlare, la inattesa svolta professionale di taluni dopo la loro iscrizione.
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