Il ministro Bianchi assicura che a settembre, alla ripresa delle lezioni, la didattica avverrà 'in presenza'., salvo rarissimi, eventuali casi di DAD, dovuti a ragioni di cui tutti sono a conoscenza ma che da tempo , pur parlandone come di cosa fatta, non si riesce a rimuovere: trasporti innanzitutto, e spazi - aule per intenderci.
Della criticità dei trasporti urbani, naturalmente nelle grandi città, si parla da quando la pandemia ha posto il problema del 'distanziamento' per scongiurare una esponenziale diffusione del virus, Ma ad oggi nulla è stato fatto. Anche dopo che gli scienziati hanno messo in guardia sulla velocità e facilità con cui l'ultima variante del virus si è abbattuta sulle nostre popolazioni.
Il discorso vale anche per le aule scolastiche: sono poche, sono spesso anguste e nono spessissimo malmesse. E tutto mentre ci sono interi caseggiati e palazzi, di proprietà pubblica, da tempo abbandonati, mentre potrebbero essere restaurati e servire da nuovi spazi alla didattica, e mentre, cosa ancor più grave, si torna parlare del ponte sullo stretto.
E c'è anche il problema delle vaccinazioni: ancora oltre 200.000 insegnanti non sono vaccinati, e studenti molti di più, dai 12 anni in su. Vogliamo ancora aspettare che arrivi una quarta o quinta ondata od una ennesima variante che ci travolgano di nuovo?
Recentemente abbiamo ascoltato il ministro Bianchi intervistato in tv, a lungo: parole, parole, parole; proclami, proclami, proclami: fatti pochi e tuti di là da venire.
E perciò - ne siamo certi - a settembre ci saranno le solite cattedre vuote, i trasporti insufficienti e le aule 'pollaio'.
Cambierà mai qualcosa in Italia?
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