Non ritiene IL FATTO QUOTIDIANO di passare sopra il concerto spoletino di Alvise Casselati, perchè nei riguardi della sua mamma, figura istituzionale ai vertici dello Stato - seconda carica dopo Mattarella - ha ingaggiato una guerra che non risparmia colpi e non perdona nulla a lei ed ai suoi figli protetti (i figli sono due).
Rischia però di dire cazzate, nel caso di Alvise Casellati- e non è la prima volta che punta i riflettori sul suo concerto a Spoleto - che secondo il Fatto Ferrara avrebbe rifiutato, mentre la Veaute no, spinta anche dalla mediazione di una persona che a Spoleto conta molto, già parlamentare, già collaboratrice della Casellati, in odore di tartufi.
Che la Casellati usi il suo potere per sostenere la carriera del figlio - ed anche di sua figlia che per fortuna non si occupa anch'ella di musica ma di biciclette e di turismo all'aria aperta - non è più una novità. Dunque nulla di nuovo.
Che in questa storia c'entri anche l'Accademia di Santa Cecilia, il Fatto non l'ha mai sottolineato - come abbiamo invece fatto noi, anche parlando, ad esempio, della direzione di Gergiev per il Concerto di Natale in Senato - perchè il Coro glielo ha offerto l'Accademia e perchè ha dovuto studiare appositamente un programma poco frequentato. Occorre aggiungere però che i rapporti di Santa Cecilia con Spoleto sono diventati molto stretti, con la direzione di Monique Veaute. Ma anche queste sono cose ben note.
Ciò che il Fatto non capisce perchè chi si occupa di musica per il giornale ha poca contezza di questo mondo, è che Spoleto, a meno che non si tratti di concerti particolari, non è mai stato un palcoscenico prestigioso. Lo scriveva già D'Amico, all'indomani della prima edizione. Chi va a Spoleto non si attende esecuzioni di primissimo livello, no, a Spoleto si va per fare scoperte, per respirare aria nuova rispetto al mondo musicale che solitamente si frequenta.
E anche questo negli ultimi anni di direzione di Francis Menotti non era più vero. Ferrara poi nella sua lunga permanenza ha relegato la musica in un angolino, mettendo in vetrina il teatro, un mondo che conosceva assai meglio e che frequentava anche per il fatto che era sposato con una delle nostre più grandi attrici.
Alvise Casellati non può essere più considerato una scoperta, ha già qualche anno (fra un paio d'anni, ne compie cinquanta), e se neanche le spinte di sua madre hanno fatto decollare la sua carriera, non lo farà certamente Spoleto. Il suo concerto è stato uno dei tanti di un festival che i giornali hanno in larga parte ignorato e che il pubblico - dalle voci emerse - ha disertato abbastanz. E perciò lo scandalo che il Fatto continua a voler suscitare, non può che far pubblicità ad Alvise Casellati, le cui capacità direttoriali finora non sono riuscite a fare.
Chi conosce il mondo della musica sa bene che certe cose non passano inosservate e che passato il quarto d'ora di notorietà, tutte le caselle tornano al loro posto. Come accade ad una giovane direttrice, bella e chiacchierona, che non farà mai una vera carriera se prima non impara la musica e a dirigere.
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