Può sembrare poco caritatevole e niente affatto cristiano, parlar male di una donna quando il suo cadavere è ancora caldo.
Ma noi non ce l'abbiamo con Lei, Raffa, fatta girare per Roma come una madonna pellegrina , e poi issata dopo l'esposizione in Campidoglio, sul presbiterio dell'Ara Coeli, per la cerimonia religiosa che la Chiesa dedica ai defunti.
I frati venuti da San Giovanni Rotondo appositamente per officiare il rito - Raffaella era devota di Padre Pio, e per la sua opera di carità si era spesa quando era in vita - e i discorsi/commemorazione in chiesa della sindaca Raggi e di Lorena Bianchetti, la prima a nome suo, la seconda a nome dei parenti.
Certamente Raffaella Carrà, al di là del successo e delle sue imprese televisive, le cose per cui la gente la conosceva, era una bella persona - come si suol dire, non una persona 'arida', come nel mondo della celluloide è più facile incontrare.
Però c'è un limite a tutto, senza voler mancare di rispetto verso una persona che ora non c'è più e che ha scontato con la sofferenza degli ultimi mesi i suoi peccati, che sicuramente ha fatti anche Lei
Già non sanno che cosa intitolarle: auditorium vie piazze, e poi forse, il primo possibile, penseranno di avviare una causa di beatificazione . E' troppo, quanto meno troppo presto.
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