Raffaella Carrà, icona indimenticabile ed inimitabile della tv, è morta poche ora fa a settantotto anni. Era da tempo gravemente malata.
L'annuncio della morte, insieme alle sue ultime volontà, è stato dato da Japino suo compagno.
Negli ultimi anni, anche a causa della nostra età, riflettiamo di più sulle persone che se ne vanno: parenti, amici, conoscenti, o volti noti della tv, della musica, del giornalismo, ma anche persone a noi sconosciute. 'Abbiamo un'età' - ci ricorderebbe lo psicanalista.
Da giovani, per non dire da ragazzi, le morti ci colpivano di meno, perché a quell'età della vita la morte sembra davvero lontana, come se non ci riguarda, salvo pochi casi che rubricavamo nel capitolo delle tragedie. Ora la morte ci sembra quello che è, cioè la conclusione di una vita, che tocca ahimè tutti, senza che per questa smettiamo di averne paura. Come fa paura a noi.
Ci viene in mente un ricordo ancora impresso nella memoria, nonostante sia di oltre quarant'anni fa.
Era la prima volta che entravamo nel Teatro la Fenice, giovane collaboratore del quotidiano Paese Sera. Avevano attribuito - forse alla prima edizione - il premio 'Una vita nella musica', inventato da Tosi, al grande vecchio pianista Arthur Rubinstein, presente in teatro. Sul palco a porgergli la Targa del premio fra gli altri anche Severino Gazzelloni. Era l'estate del 1979, Rubinstein aveva novantadue anni, morirà nel 1982 a 95 anni. E aveva smesso di suonare nel 1976. Per cui quella sera, lui incoronato dal premio, non suonò, si ascoltò una sua registrazione chopiniana, come venisse già dall'altro mondo.
Al momento di ricevere il premio, Rubinstein, accennò un breve discorso di ringraziamento, esordendo: vi ringrazio per questo premio, ma io non so se me lo sono meritato. Lo avete dedicato a me, solo perchè sono un sopravvissuto; altri che lo avrebbero meritato più di me, sono già morti...".
I musicisti morti prima di lui, e la stessa età di Rubinstein, avanti negli anni, ci sembravano lontanissimi per impressionarci, come invece ci impressionerebbero oggi. E nessuna riflessione guastò la festa.
Oggi, abbiamo ascoltato la notizia della morte della Carrà in tv, ma non davanti allo schermo, dal quale è venuta anche una precisazione, dai due presentatori de ' La Vita in diretta' di Rai 1: 'abbiamo dovuto stravolgere la scaletta delle trasmissione, per la morte di Raffaella'.
Certo che hanno dovuto stravolgerla, ma chi ha sofferto di tale stravolgimento? Nessuno. Perchè le idiozie che ogni giorno vomitano sui cittadini gli schermi televisivi sono tali e tante che una notizia drammatica, li costringe per lo meno a parlare di un fatto concreto. La morte di una persona nota che nessuno si aspettava. Tanto, tempo quarantotto ore e tutto tornerà come prima. le solite banalità, le solite idiozie della quali tutti abbiamo le sc... piene zeppe, sul punto di deflagrare.
E, proseguendo sullo stesso tenore, annunciano gli stessi annunciatori di prima che: 'questa sera sarà cambiata anche la programmazione tv'. Che stravolgimento! Ci riprenderemo mai?
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