Proprio oggi il Corriere della Sera, si lancia in una richiesta che sa di inutile e superfluo, perché da sempre la politica non si è occupata della cultura. Per il quotidiano i politici non si immischino - del resto lo hanno sempre fatto (!!!); si cerchi il successore di Fuortes fra competenti 'economisti della cultura' che è il brand dal quale proveniva il sovrintendente ora ad Rai. La politica insomma non faccia danni in questo campo. Ma quando mai ne ha fatti?
E poi, aggiunge il quotidiano, il nuovo sovrintendente non tocchi il direttore artistico, Alessio Vlad, che, secondo Paolo Isotta, buonanima, e qualche giornalista troppo amico, è il miglior direttore artistico italiano del momento. Bum!
Comunque la nomina del sovrintendente - che sua volta si sceglie il direttore artistico - spetta per legge al sindaco. Il quale lo cercherà fra i migliori economisti della cultura, come si augura il Corriere.
E siccome in autunno ci saranno nuove elezioni comunali anche a Roma - elezioni che la destra è certa di vincere - la nomina di un sovrintendente per i prossimi quattro anni, spetti al futuro sindaco - anticipa, anzi chiede Giorgia Meloni fin d'ora.
Insomma l'Opera di Roma dovrebbe restare senza guida da qui a fine anno, perché a elezioni compiute occorre formare una giunta e poi pensare ai vari adempimenti come la proposta di nomina del sovrintendente.
C'è da supporre che Giorgia Meloni - che, lo ripetiamo, è sicura di vincere - ha già in tasca il nome del miglior economista della cultura da proporre. Bene, benissimo, lo proponga alla Raggi - che il sovrintendente lo deve nominare il prima possibile, sperando però che la fretta non la faccia sbagliare - e Lei, benché sindaca uscente, benché sicura di restare in Campidoglio, accetterà il suggerimento.
Chi l'ha detto che i partiti al potere, quando sono chiamati per legge a fare certe nomine, non scelgono i migliori su piazza?
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