martedì 27 luglio 2021

La GRANDE OPERA all'Arena di Verona, con una presentazione PICCOLA, anzi MINIMA

Lo spettacolo, trasmesso su Rai Tre, produzione di Rai Cultura e delle areniane fondazione e spa, intitolato : LA GRANDE OPERA all'ARENA DI VERONA . Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni - dove sarebbe bastata anche LA PICCOLA OPERA , o, ancora più semplicemente, L'OPERA -  si  è avvalso della presentazione , che voleva essere d'autore, senza esserlo alla prova dei fatti, di Pippo Baudo e del giornalista  Antonio Di Bella, in predicato nelle passate settimane (quando si decideva dello spettacolo?) per la presidenza della Rai.

 Insomma niente più e niente meno che la solta banale presentazione, di quelle cui siamo stati abituati dalla Rai - a partire dall'opera inaugurale della Scala - affidata solitamente a strane coppie, solitamente formate da' una bella & una bestia' ( e qui la 'bella' mancava,  a dispetto del cognome).

 Si inizia con i convenevoli. Di Bella, 'onorato di avere al mio fianco uno che l'opera la conosce e la ama, Pippo Baudo'; e, di rimando, Baudo, 'onorato di lavorare con  un giornalista come Di Bella'. Poi a loro si  aggiunge Cecilia Gasdia che da quattro anni guida l'Arena nella doppia veste di sovrintendente e direttrice artistica.

 Baudo, che sarebbe quello che conosce l'opera e l'ama, è incorso, nelle quattro chiacchiere che ha  fatto, in ben due errori imperdonabili e in ovvie banalità, affermando che Mascagni era direttore del Conservatorio di Milano (nulla di più falso, perchè il giovane studente di musica abbandonò il Conservatorio prima di terminare gli studi regolari,  per unirsi ad una  compagnia di giro,  finendo a Cerignola) e aggiungendo poi che in Arena proprio perché l'Arena di Verona, arrivano artisti da tutto il mondo, subito corretto dalla Gasdia: 'è la routine di qualunque teatro che si rispetti'.

 Baudo poi ha raccontato la genesi dell'opera, la storia e i personaggi che, detta  tutta in una volta, non arriva agli ascoltatori, benché qui i personaggi non siano tanti e la vicenda non sia contorta come tante altre volte. Una decina di minuti in tutto.

 Infine Di Bella  legge la locandina,  i due salutano, e l'opera inizia, finalmente. Perchè quando si dicono banalità, anche pochi minuti sembrano un'eternità.  

Alla fine riapparirà la 'strana coppia'  che saluta e dà appuntamento alla prossima opera che sarà Pagliacci di Ruggero Leoncavallo; terzo ed ultimo appuntamento, più avanti ancora, Aida. (Si sono scelti, per ragioni di tempi televisivi, due 'atti unici', quando ci sarà Aida la puntata prenderà buona parte della serata di Rai Tre).   

L'abominevole novità de 'La Grande Opera all'Arena di Verona',  apprendiamo dai titoli di coda, essere scaturita dalla mente geniale di Francesca Nesler.

 Perchè la sua direttrice, Silvia Calandrelli, non si fa  mostrare  una puntata di All'Opera!, magari quella di Cavalleria rusticana?  E magari la vede assieme alla Nesler. Vedrebbero come ci si inventa un nuovo programma dedicato all'opera in tv. 


Gli ascolti non sono andati poi così male. 981.000 telespettatori con uno share del 5,3%. E certamente sull'esito  tutto sommato poitivo, non ha influito minimamente la presenza della 'strana coppia' che poi non ha fatto nulla, come non ci fosse. Il punto d'attrazione, per il pubblico, stanco di seguire le olimpiadi e la chiacchiera politica, era l'opera, Cavalleria rusticana, tanto popolare, ed il marchio Arena di Verona. ( P.A.)

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