Tralasciamo di parlare dell'annosa emergenza romana dei rifiuti, della quale in tanti e infinite volte si è scritto. Nulla di risolutivo è accaduto. Ancora oggi assistiamo al rimpallo di responsabilità fra Comune e Regione, senza che si riesca a capire a chi attribuirla, e, se ad ambedue, come mai non venga risolta. Ci vuole la magistratura, ha invocato qualcuno giorni fa. E sì, istruiamo un altro processo che finirebbe non prima che Roma venga sommersa dalla monnezza e dalla puzza.
Vogliamo toccare un altro argomento del quale in questi due anni di pandemia si discute molto: la scuola? Ancora ieri il ministro Bianchi ha detto che si farà tutto per far tornare la scuola 'in presenza' e che il Governo ha già fatto tutto quello che era in suo potere perchè avvenga. Ha fondi a disposizione necessari per provvedervi...Ma poi da un'altra campana viene fuori l'allarme: mancano aule - ammesso che gran parte di quelle esistenti possano esser dignitosamente considerate aule scolastiche (noi che abbiamo insegnato per una vita, sappiamo come erano ridotte le aule di molti istituti nei quali abbiamo svolto il nostro lavoro); il problema dei trasporti urbani nelle città non è stato ancora risolto e già da subito, pur in assenza delle lezioni, i mezzi pubblici sono pieni oltre la capienza consentita per evitare il contagio; e c'è anche il caso del personale non vaccinato. E siamo a meno di due mesi dalla ripresa delle lezioni. Che vuol dire allora quella rassicurazione del ministro Bianchi? Non vuol dire quasi nulla.
E poi ci sono problemi, anzi casi di illegalità diffusa permanente, non occasionale. Prendiamo il caso di alcuni artigiani, come gli idraulici - tanto per fare un esempio. Mai che abbiano rilasciato, taluni - meglio: una buona percentuale - una ricevuta fiscale. Lo Stato direbbe al cittadino: occorre pretenderla, ed ha ragione. Il cittadino, però, ha tutto il diritto di chiedere allo Stato che si interroghi su certi nuclei familiari, che magari sono perfino sconosciuti al fisco, su come vivono. E la risposta che noi conosciamo, ma che lo Stato ignora - ma non deve ignorare- è che svolgono una professione facendosi sempre pagare in nero. Sempre, ogni giorno e da una vita.
E' possibile che con tutte le riforme vere o presunte, non si trova il modo di venire a capo di questa illegalità? Si invogli il cittadino utente, offrendogli una detrazione su certe spese: lui si sentirà in diritto di chiedere la ricevuta, l'artigiano dovrà fargliela; e ciò che lo Stato perde con le detrazioni lo guadagna scovando i nuovi contribuenti.
E poi, tanto per non continuare all'infinito, fermiamoci alla sanità. In uno dei più grande ospedali della Capitale per fare un intervento di cataratta agli occhi, l'attesa media è di sette otto mesi. Sarebbe questa la sanità più all'avanguardia del mondo? Abbiamo preso in esame questo intervento, ma potremmo prenderne molti altri e parlare anche dei tempi per esami diagnostici di alta specializzazione. Come si rimedia alle liste di attesa. Con visite a pagamento nello stesso ospedale , e magari dagli stessi medici che hanno lunghe file i attesa, o nelle cliniche private, pagando fior di quattrini, sempre che se ne disponga. Affrontate un intervento di un certo impegno in una clinica privata vuol dire, a causa della spesa, farsi venire un coccolone. Dunque il nostro è un paese moderno?
Nel frattempo che fa l'operando? Si chiude in casa oppure compra un bastone da cieco e comincia a girare, magari con accompagno. Sempre sperando, naturalmente, che nel frattempo, a causa della cattiva vista, o forse per altra ragione, non gli capiti qualche accidente.
Questo è ciò che accade da tempo e senza che venga modificato nulla, nel Paese con la Sanità migliore del mondo.
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