Il giornale di Marco Travaglio sembra vivere su un altro pianeta, dal quale ogni tanto discende per puntare il dito contro chi crede di poter sfuggire al suo occhio indagatore.
Questa volta, alla viglia dell'insediamento dei nuovi vertici Rai ( Fuortes e Soldi), a Travaglio - a nessun altro giornale è arrivata la notizia, non certamente nuova, visto che solo Il Fatto ne ha scritto? -, non sono sfuggite le nomine fatte in Rai, rivelando che fra i promossi, e sono tanti, corrono legami di parentela con dirigenti che, a reti e tg incrociati, quelle promozioni hanno firmato.
Può accadere che un bravo giornalista, maschio e femmina che sia, abbia convolato a nozze con un compagno di lavoro che magari nel tempo ha fatto carriera. Perchè, maliziosamente, il giornale di Travaglio vi scorge nelle nomine favori trasversali?
Perchè, sia chiaro, non accade che marito e moglie o parenti stretti lavorino nella stessa rete o nello stesso tg, e che il più importante di grado promuova il coniuge, o il figlio/a o l'amante o l'amica.
In questo Travaglio avrebbe dovuto almeno leggervi un briciolo di moralità.
E invece no. Tutti quelli promossi - che in realtà sono tanti, forse troppi!- lo sono stati non per meriti e professionalità, secondo Il Fatto. E se le promozioni fosse state fatte, proprio alla vigilia dell'insediamento dei nuovi vertici che, a digiuno di tv, conoscono poco il valore di molti dipendenti ai quali attribuire il merito di una promozione? Onde evitare il permanere nel limbo di tanti meritevoli, a causa del passaggio di consegne, gli attuali dirigenti hanno firmato le promozioni meritate. Questo però Travaglio non se lo domanda.
E poi - inutile negarlo - i nuovi capi certamente vorranno al loro fianco persone di loro fiducia, alcuni raccomandati, o semplicemente consigliati, dai politici che li hanno insediati in quel vertice; altri che cercheranno all'esterno o all'interno dell'azienda, ignorando i meriti professionali di tanti che vi lavorano.
Non conosciamo, naturalmente la Soldi, alla quale pure Il Fatto, rimprovera di aver coltivato i propri affari, come fa una imprenditrice qualunque; mentre poco dice di Fuortes, oltre quello che in questi anni ha scritto a proposito della gestione dell'Opera di Roma, non sempre vittoriosa.
Il Fatto ha raccontato delle tensioni interne ( pianta organica, contratto di lavoro integrativo ecc...) ed anche del buco enorme nei conti che lui ha trovato al suo insediamento (2013) ma che in tutti questi anni di sua permanenza non ha cancellato.
Perchè lui, Fuortes, in una ormai nota intervista-panegirico, su L'Espresso, si autodefiniva mister 'risolve problemi'. E il buco nei conti dell'Opera di Roma, per lui problema non era.
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