A poche ore dal secondo dibattito televisivo dei candidati repubblicani alla nomination di partito piove una nuova tegola sulla campagna elettorale di quello che sino ad ora è considerato il vero favorito: Donald Trump. E si tratta di fuoco quasi amico. È appena arrivato infatti nelle librerie americane “Enough”, il libro in cui l’ex assistente della Casa Bianca Cassidy Hutchinson rivela la sua esperienza nell’amministrazione disfunzionale del miliardario.
La ricostruzione
I passaggi che stanno suscitando scalpore riguardano le convulse settimane che hanno fatto seguito all’election day del novembre del 2020 e sono culminate nell’assalto dei sostenitori Maga al Congresso. La 26enne Hutchinson aveva già attirato l’attenzione nazionale l’estate scorsa con la sua deposizione, trasmessa in diretta tv, dinanzi alla commissione della Camera dei rappresentanti che ha indagato proprio sull’insurrezione del gennaio 2021.
L’ex aiutante del capo di gabinetto Mark Meadows riporta una conversazione in cui Trump parlando con il suo braccio destro ammette la sconfitta alle elezioni. “Non voglio che la gente sappia che abbiamo perso, Mark. È una cosa imbarazzante”. L’ex presidente non ha mai pronunciato un concession speech accusando invece Joe Biden di aver truccato l'esito del voto. Di qui le pressioni su Brad Raffensperger, segretario di Stato della Georgia, per “trovare” 11.780 voti per ribaltare i risultati delle votazioni a favore del tycoon nel Peach State.
Il resoconto dell’ex assistente è ricco di dettagli e retroscena che mostrano una Casa Bianca ancora più caotica di quanto si immaginasse. “Sei eccitata per il 6 gennaio? Andiamo al Campidoglio. Sarà fantastico”. Queste le parole di Rudy Giuliani già riferite nell’audizione al Congresso qualche mese fa. Dalla lettura del libro emergono nuovi particolari sul comportamento dell’avvocato del miliardario e l’accusa choc di aver palpeggiato la stessa Hutchinson comportandosi “come un lupo che si avvicina alla preda”. L’ex sindaco di New York ha negato la ricostruzione ma non è la prima volta che viene accusato di molestie.
Hutchinson si sofferma soprattutto sulle azioni ambigue di Meadows – aveva preso l’abitudine di bruciare in continuazione documenti nel camino del suo ufficio - confermando il suo ruolo attivo di complice delle richieste di Trump. “Ti prenderesti una pallottola per lui?” le aveva chiesto durante un evento in campagna elettorale aggiungendo poi che avrebbe fatto “qualsiasi cosa” per farlo rieleggere. Anche l’ex direttore della National Intelligence John Ratcliffe e l’attuale speaker repubblicano Kevin McCarthy non solo riconoscevano in privato la sconfitta del loro candidato ma incolpavano il suo capo di gabinetto di assecondarlo nella ricerca di soluzioni che potessero impedire a Biden di entrare alla Casa Bianca.
Il piano di Trump
Diversi sono i momenti drammatici contenuti nel libro. Tra queste la riunione svoltasi nel dicembre del 2020 durante la quale Trump valuta il sequestro delle macchine usate per le votazioni e considera l’idea di proclamare la legge marziale. Considerato il risvolto sui guai giudiziari del miliardario, il racconto dei fatti del 6 gennaio e delle settimane successive alla rivolta rappresenta il fulcro del memoriale di Hutchinson. L’ex presidente sembra che fosse al corrente che i suoi sostenitori portassero armi al Congresso e avrebbe esclamato “Togliete i metal detector. Guardate quella gente. Vogliono entrare. Fateli entrare. Fate entrare la mia gente. Non sono qui per farmi del male”.
L’ex assistente temeva che la presidenza stesse scivolando su un crinale pericoloso e ha ritenuto di rimanere al suo posto per tentare di proteggere l’istituzione in un momento tra i più delicati della sua storia. “Dobbiamo avere un piano nel caso in cui il peggio accada. Nel caso in cui questo sia l’inizio di un colpo di Stato” scrive la Hutchinson consapevole che il tycoon e Meadows fossero ormai fuori controllo. Al di là degli scoop contenuti nel libro, colpisce la parabola di una giovane donna la quale dichiara di essere rimasta folgorata dai comizi di Trump e di averlo “adorato” in passato e che oggi è l’emblema della disillusione nei confronti del candidato repubblicano. Per queste ragioni la sua testimonianza potrebbe avere più risonanza tra il popolo MAGA di qualsiasi attacco di Biden.
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