Prezzi calmierati fino a Capodanno: una «sperimentazione» con cui governo e 32 associazioni (tra agricoltura, commercianti, artigiani, grande distribuzione e industria), puntano a ridurre i costi del cosiddetto “carrello della spesa”.
L’ELENCO DEI BENI
Da Esselunga a Conad, da Carrefour a Coop, da Pam a Lidl, passando per Tigre, Famila e Decò. Ma anche i piccoli esercenti. I punti vendita che hanno già aderito sono oltre 22mila, in tutto il Paese. Saranno riconoscibili anche grazie al “bollino” posizionato all’ingresso. L’elenco degli aderenti è sul sito del ministero delle Imprese, ma in moltissimi devono ancora aderire. Solo tra supermercati, discount, superstore e ipermercati si dovrebbe arrivare a 25mila punti vendita coinvolti. A cui si possono aggiungere decine di migliaia di negozi di prossimità. Anche l’elenco dei beni dipenderà dalle singole imprese. Ci saranno però sicuramente i prodotti confezionati: pasta, uova, biscotti, zucchero, latte, riso, sale, cereali e farina. Ma anche saponi, detergenti, pannolini e farmaci. Sconti molto ridotti, invece, ci saranno su carne, pesce, frutta e verdura.
Per il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, «l’obiettivo è rilanciare i consumi, così da sostenere anche la produzione». Proprio attorno ai produttori, però, ruotano le maggiori incognite. Saranno della partita aziende come Barilla, Lavazza, Mutti, Nestlè e Ferrero, sotto il cappello delle associazioni di settore, in primis Federalimentare. Si va verso il congelamento e non la riduzione tout court dei prezzi di listino. Sicuramente su prodotti come pomodori, olio e pasta. Le riduzioni ci potrebbero essere invece sul caffè e per libera iniziativa dei piccoli e medi produttori.
LE REAZIONI
Secondo i rappresentanti della filiera sarebbe «già tanto», visti i «prezzi di gas, luce e carburanti in rialzo». Per Confcommercio e Federdistribuzione, però, «serve uno sforzo in più». Senza interventi importanti da parte della grande industria le iniziative della distribuzione (che allargherà attività promozionali, costi fissi e linee di convenienza) sarebbero insufficienti per raggiungere gli obiettivi che il governo auspica: come previsto da Assoutenti, risparmi per 4 miliardi (in media 150 euro a famiglia). Anche per questo il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha chiesto di «non scaricare i costi dell’iniziativa sugli anelli deboli della filiera». Per lo stesso motivo le associazioni dei consumatori parlano di «rischio flop».
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