mercoledì 27 settembre 2023

Studi Pucciniani Vol.VII 2022 Leo S. Olschki Editore. Recensione di Pietro Acquafredda

 

Studi Pucciniani ( Rassegna periodica sulla musica e sul teatro musicale nell'epoca di Giacomo Puccini). Vol VII. Pagg.1272. Anno 2022. A cura di Michele Girardi. Leo S. Olschki Editore


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Riceviamo questo volume degli Studi Pucciniani, edito dal Centro Studi Giacomo Puccini, che reca il n. 7 della serie, stampato a fine 2022, al principio di quest'estate, in coincidenza di un malessere profondo che ha investito alcune istituzioni pucciniane, alla vigilia delle celebrazioni del centenario della sua morte, nel 2024, per le quali il Governo Draghi aveva promosso la nascita di un Comitato e si era azzardato a metterci a capo Alberto Veronesi, chiacchierato e non senza ragione.

Si è cominciato con le dimissioni dal Festival di Torre del Lago del direttore artistico Giorgio Battistelli, alla vigilia del suo svolgimento - decisione per noi irresponsabile! - si è proseguito con la pagliaccesca esibizione del direttore Veronesi, 'bendato' sul podio del festival e con la sua 'cacciata dagli organi della fondazione, per finire - per ora - con le numerose contestazioni che ancora a Veronesi si muovono per la gestione del Comitato celebrativo.

Nel bel mezzo di questo trambusto, al contrario, si chiude agli Uffizi una mostra patrocinata dal ministro Sangiuliano sulle 'riviste' pubblicate in Italia fra le due guerre, e che, a dire dello stesso ministro, ha suscitato un grande interesse.

Perchè? Le riviste soprattutto quelle scientifiche - e la scientificità riguarda non solo l'ambito scientifico strettamente inteso, ma tutti i settori di studio, compreso quello musicologico - sono un punto fermo anche in tempi incerti. E, a volte - come è capitato di constatare a noi, studiando un periodico dei primi anni Quaranta (Documento) – rappresentano addirittura una difesa contro il disordine o la disfatta.

Al netto di qualche difetto ben noto – come l'influenza di gruppi di potere dei comitati di redazione – ancora oggi uno studio viene validato dalla sua pubblicazione su riviste scientifiche.

E, negli ultimi decenni ciò vale anche per gli studi umanistici e musicali, specie quando dette pubblicazioni fanno capo ad un comitato, al disopra di ogni benché minimo sospetto di favoritismi, e quando la cura è' affidata a studiosi di provata capacità e moralità, come nel caso del nostro Michele Girardi (da non confondere con l'altro Girardi, Enrico, che è critico musicale del Corriere della Sera e nient'altro) che su Puccini da tempo va dicendo cose definitive sulle materie affrontate.

Questo numero degli Studi pucciniani, presenta nella sezione 'saggi' due interventi per nulla scontati: il primo, di Andrea Palandri, sull'interesse di Puccini per una novella di Gorkij (Ventisette e una, dai Racconti della steppa) come possibile fonte operistica, mai concretizzato, anche se nella Fanciulla del West...: nel secondo, invece, Francesco Bellotto, si spinge a considerarla una quasi 'rielaborazione' di Madama Butterfly, quella fatta da Fritz Lang, nel suo film Harakiri.

Dal convegno internazionale che ha avuto luogo a Lucca nel 2019, in occasione del centenario della 'prima' italiana del Trittico, giungono quattro relazioni dedicate ai pannelli del celebre trittico operistico, per il quale Manuel Rossi, curatore dell'archivio pucciniano, ha potuto visionare le carte messe finalmente a disposizione degli studiosi.

C'è poi qualche luce gettata sull'interesse – 'disinteresse' - di Mahler per Puccini, apertamente ricambiato. Alma Mahler, sull'incontro avuto con il musicista a New York al tempo della Fanciulla del West al Metropolitan, 1910, ha scritto che, nonostante facesse di tutto per riuscire antipatico nella buona società 'sputava addirittura sui tappeti', non ci riuscì. Sembra possibile, ma non certo, comunque, come si legge nel fascicolo, che Mahler abbia diretto Le Villi ad Amburgo.

Si racconta anche dell'interesse di Puccini per una novella di Verga ( La lupa); ed anche della ricezione di Bohème in Russia, prima e dopo la Rivoluzione di ottobre. Per terminare con le carte del Bussotti 'intimo' che confessa l'importanza della musica di Puccini nella sua formazione.

E poi i venticinque anni di attività del Centro Studi Giacomo Puccini, fucina di pensiero dalla quale esce anche questa rivista.

Completano il numero una ricca e puntuale bibliografia pucciniana aggiornata al 2021, e le notizie (biografiche e professionali) sui collaboratori. ( P.A.)

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