Nelle ultime settimane, si è avuta notizia di cambi ai vertici di alcuni giornali; con l'entrata di nuovi proprietari (Angelucci) nelle testate 'di destra' (Il Giornale), sono cambiati i direttori, senza però grandi novità perchè si è trattato di un semplice mezzo giro di giostra, spostando Sallusti da Libero a Il Giornale, in coppia con Feltri, e facendo sbarcare a Libero il dimissionario da portavoce di Palazzo Chigi, Sechi.
Cambiamenti ai vertici nei giornali di destra, ma cambiamenti della linea editoriale non se ne vedono. Ma forse è presto.
Anche nel gruppo Gedi cambiamenti, ma non di direttori, bensì di pubblicazioni.
L'Espresso, già passato di mano, ma finora venduto la domenica in coppia con La repubblica, è diventato autonomo e si vende il venerdì a 4 Euro ( la settimana d'esordio - ci dice il nostro giornalaio - è andata bene: una ventina di copie; bisogna ora aspettare per vedere se tale 'successo' sarà confermato).
E poi sia il Corriere che La Repubblica hanno unificato il giorno di uscita dei loro inserti culturali ( La Lettura, Robinson); in pratica l'unica loro novità. Salvo che per Robinson, del quale il direttore annunciava novità, di novità se ne è vista una grafica, indigesta ed inutile. Negli articoli più importanti, i titoloni sono sottolineati, ma la linea che ne evidenzia i caratteri, taglia in basso le lettere stesse. Una novità che sicuramente farà fare un salto in avanti alle vendite, perchè tutti continueranno, la domenica, a comprare Robinson, per vedere come va a finire con quelle letterone sottolineate, se cioè con il tempo le lettere emergeranno interamente o affonderanno, aumentandone il mistero (delle lettere a metà!).
Noi che abbiamo inventato e diretto qualche giornale, naturalmente di settore, riviste di musica per intenderci ( ben tre nella nostra carriera: Piano Time, Applausi, Music@) abbiamo affrontato il problema del cambio della grafica e della veste editoriale delle riviste. Ma lo abbiamo sempre affrontato, unendovi anche il cambio dei contenuti: allargamento, modifiche, aggiunte, tagli.
Nei giornali vediamo, invece, spesso cambiare la grafica di un giornale, ma solo quella. mentre il giornale resta sempre lo stesso. Come del resto accade in tv, nei tg al cambio dei direttori.
La grande novità della Maggioni (tanto per fare un esempio che non riusciamo in nessun modo a mandare giù, perchè riteniamo la sua carriera, strepitosa, un vero miracolo senza i presupposti) è consistita nel cambio della sigla, che è rimasta la stessa di sempre, ma con l'aggiunta alla musichetta di due colpi di percussioni che ci hanno fatto venire i brividi, per la novità, la prima volta che l'abbiamo ascoltata.
Dette tutte queste novità, resta da citare solo l'ultima che però novità non è: i giornali tutti (eccetto qualche eccezioncina fioca fioca) perdono copie, stando alle ultime rilevazioni riguardanti le vendite a luglio.
Viene da domandarsi perchè le vendite continuino a calare, mentre un libraccio come quello del gen. Vannacci, sia andato a ruba, prima attraverso il canale di vendita di Amazon ed ora nelle librerie.
Sospettiamo sia lo stesso successo che arride, nei social, alle bestie feroci che vi si riversano in massa per sfogarsi e vendicarsi di chi non le considera. Perchè dovrebbero?
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