BRUNELLO CUCINELLI, 70 ANNI DI GRATITUDINE
L’imprenditore umbro festeggia nella sua Solomeo un compleanno importante e si dichiara grato alla sua famiglia e agli amici. Ma soprattutto ai filosofi che, con le loro opere, gli hanno insegnato la vita
Brunello Cucinelli con la famiglia.
È«il compleanno della gratitudine» dice Brunello Cucinelli che, commosso nonostante la scioltezza dell’eloquio, apre con un discorso accorato, emozionale e volto ad emozionare le celebrazioni per il suo 70esimo compleanno. Tutti nei toni dei beige, dei grigi, dei bianchi, seppure abituati ai suoi discorsi, gli invitati sono stupiti da una sorpresa: una sfilata di coppie, lui e lei-lei e lui, apre la serata per arrestarsi sugli spalti dell’anfiteatro di Solomeo dove, a svolgere il ruolo deus ex-machina dei teatri classici, c’è un gigantesco busto in gesso dell’imperatore Adriano.
«Il mio mentore» lo presenta Cucinelli. E che mentore! L’imperatore che diede più importanza ai libri, e all’amore per Antinoo, che al potere che pure amava. Buon compleanno!, allora. La sfilata termina, le modelle e i modelli sono disposti a tableau vivant «Brunello», lo chiamano tutti così, appare dal proscenio. Applausi e lui inizia il suo discorso.
La vista mozzafiato sulle colline da Solomeo.
«Sono grato alla mia famiglia (mio nonno, mia zia che mi raccontava l’avventura speciale dell’essere umano, mia mamma da cui ho appreso la gentilezza e il senso della fratellanza (è morta all’improvviso e sono rimasto con lei e le ho detto “vai in qual posto dove ci ritroveremo”. Da allora ogni sera parlo con lei e le chiedo se mi comporto bene). E ancora mio padre: “cerca di essere una persona perbene” mi raccomandava. È morto l’anno scorso a 100 anni, ma ancora oggi, ogni 15 marzo, vado da lui e gli dico: “babbo sono arrivate le rondini” E sento ancora rispondergli: “certo è arrivata la primavera. La primavera arriva sempre”. E ancora la famiglia che ho creato io: mia moglie Federica che mi ha regalato l’amore per Solomeo, le mie figlie, i miei nipoti: sono loro che mi hanno dato la certezza che l’anima è immortale (come diceva Confucio)».
GLI AMICI FILOSOFI E IL PENSIERO AI GIOVANI
La visuale notturna, con il busto di Adriano.
Se non avesse fatto l’industriale, Brunello Cucinelli avrebbe potuto diventare un retore, un fine parlatore, un trasmettitore di sensazioni, un divulgatore di storie e buoni sentimenti. Si commuove spesso mentre parla alla platea composta da familiari, amici, donne e uomini con i quali ha contatti continui, per affetto, per lavoro.
Ringrazia perfino i suoi amici d’infanzia, quelli che sono qui e quelli che non ci sono più («Seneca dice: ci ritroveremo lì, in quel luogo», dice). E continua a commuoversi. La voce si rompe, ma lui come un attore consumato va avanti. The show must go on, ma soprattutto i messaggi che vuole veicolare con il suo discorso non possono essere ininterrotti dall’emozione.
Brunello Cucinelli con le settanta candeline.
«Filosofi santi e sapienti mi hanno educato a sentirmi custode del creato. Mi hanno insegnato a essere giusto. A loro dico grazie! Dal Diritto Romano ho appreso: vivi onestamente, non fare male a nessuno, a ognuno il suo. Sono i tre punti imprescindibili della mia condotta di vita. Ora discutiamo insieme (in un dialogo ideale ma concreto, ndr) per trovare una nuova forma di sostenibilità: natura e morale, umanitaria e del clima».
E qui, come uno sbocco normale, il pensiero di Cucinelli passa dalla sostenibilità ai giovani: è una conseguenza naturale. «Alle nuove generazioni vorrei raccomandare di essere i paladini dell’umanità. Tornate a credere nei grandi ideali dell’essere umano. Abbiate il coraggio di sognare. Come ci ha insegnato Adriano (l’imperatore, ndr), curate le bellezze del mondo. Affrontate la tecnologia con umanità perché potrebbe rubarci quello che siamo. Dobbiamo ritornare al grande valore del libro. E attenzione, la tecnologia ci può servire, ma l’AI non piange, non si commuove. Non sarà mai costruito un robot che alzando gli occhi al cielo possa commuoversi e piangere. Piangete e disperatevi per l’amore:
Dante ci insegna “l’amor che move il Sole e l’altre stelle”. Occorre investire per il futuro e per farlo dobbiamo far sì che l’anima sia la fonte dei nostri pensieri».
Il discorso termina, inizia la festa. La sua famiglia gli regala una statua di Apollo con la cetra (il dio greco del canto, della musica e della poesia che ha inventato la cetra). È un modello in gesso, quello in marmo sarà pronto tra due anni e sarà esposto a Solomeo, si augurano le figlie. «Il mio Apollo» dice Brunello Cucinelli, che dice di parlare in italiano e pensare in greco. Come si suol dire: 70 anni e non sentirli.
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