Salutando e commemorando il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano quale "straordinario uomo di Stato e di cultura, protagonista della storia della nostra Repubblica, tra i più autorevoli esponenti della sinistra italiana", il sindaco Matteo Ricci associa le sue parole a quelle generali, mentre ben più vicine a noi sono quelle che aggiunge ricordando che egli "aveva uno stretto, forte legame con Pesaro" e che "da assiduo frequentatore del Rossini Opera Festival, ha avuto un ruolo centrale nella costruzione del progetto internazionale che ha fatto del genio del compositore un brand italiano nel mondo. È stata una grandissima soddisfazione vederlo come membro d’onore del comitato per le celebrazioni del 150° rossiniano, e ... tra i protagonisti della legge speciale che ha consentito di inaugurare il Museo Nazionale Rossini". Per via dell’età forse Ricci non può ricordarselo, ma quello che Napolitano fece per il Rof è ben di più, come ricorda Mariotti, allora giovane sovrintendente oltre che padre della manifestazione.
Erano i primi anni Ottanta del 1900, i primi di vita del Rof, contro il quale erano forti i "mugugni" praticamente dell’intero Pci pesarese che lo riteneva una operazione da élite e non popolare. Intervenendo quale dirigente nazionale con l’allora classico comizio di chiusura di una Festa dell’Unità cittadina Napolitano "sdoganò definitivamente il Rof – ricorda Mariotti allora giovane soprintendente oltre che padre della manifestazione – dichiarando che Pesaro doveva essere orgogliosa e fiera che il suo Comune diffondesse in tutto il mondo il grande patrimonio culturale rossiniano. Non ho mai dimenticato – commenta ancora Mariotti – cosa lui fece per il Rof dalle origini fino a quando era ormai vecchio".
Anche da ministro, tutte le volte che potè, Napolitano venne ad assistere al Rof assieme alla moglie Clio e nella visita in città del 2008 nelle vesti di Presidente della Repubblica, confermò, come ricorda bene anche il presidente emerito Giorgio Girelli, "il suo amore per la musica con l’attenzione che riservò al Rossini Opera Festival e facendo visita al Conservatorio Rossini. Solo a quello, tralasciando altri contatti che solitamente arricchiscono la visita di un capo di Stato. Un modo sensibile per richiamare l’attenzione sul settore della istruzione musicale gravata da problemi che a livello centrale ben pochi conoscono ed affrontano". Ad aumentarne l’aura aristocratica, e vista la somiglianza, correva anche una leggenda: che fosse figlio di Umberto di Savoia. "Una grande persona", conclude Mariotti.
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