sabato 16 settembre 2023

Lucio per Amico. Ricordando Battisti. Docufilm evento di Maite Carpio per Garbo Produzioni in coll. con Rai Documentari ( Comunicato della produzione). Con una nostra noterella

 RAI1 MERCOLEDÌ 13 SETTEMBRE 2023 IN PRIMA SERATA

‘LUCIO PER AMICO’  RICORDANDO BATTISTI

Il docufilm evento di Maite Carpio

Una produzione Garbo Produzioni in collaborazione con Rai Documentari

PER I 25 ANNI DALLA SCOMPARSA DI LUCIO BATTISTI

L’OMAGGIO A UNO DEGLI ARTISTI ITALIANI PIÙ AMATI DI SEMPRE

TRA I RICORDI DI AMICI E COLLEGHI, MATERIALI INEDITI E LE PERFOMANCE ESCLUSIVE DI GIANLUCA GRIGNANI, NOEMI, GIOVANNI CACCAMO E GIUSY FERRERI

CON LA PARTECIPAZIONE STRAORDINARIA DI MOGOL

Chi non conosce le canzoni di Lucio Battisti e chi, ognuno a modo proprio, può dire di non aver avuto Lucio come amico? I suoi brani sono emozioni collettive, momenti da vivere insieme o in solitudine, sogni fatti per sorridere, pensare, piangere, ballare e divertirsi, in grado di trascendere il tempo: tutto questo e molto altro è lo straordinario repertorio di Lucio Battisti. Ma chi è stato davvero questo artista tra i più amati di sempre?

In occasione dei 25 anni dalla scomparsa, arriva su Rai1 in prima serata, mercoledì 13 settembreil docufilm evento “LUCIO PER AMICO. RICORDANDO BATTISTI”, ideato e scritto da Maite Carpio e prodotto da Garbo Produzioni in collaborazione con Rai Documentari – per provare a raccontare l’avventura umana e artistica di Lucio Battisti, attraverso un vasto e, in alcuni casi, inedito materiale d’archivio italiano e internazionale, unito ai ricordi di chi lo ha conosciuto, primo fra tutti Mogol, il compagno d’arte e d’avventura.

 

Pietruccio Montalbetti, Roby Matano, Gianni Dall’Aglio, Mario Lavezzi, Franco Daldello, Mara Maionchi, Caterina Caselli, Adriano Pappalardo, Franco Mussida e Tony Cicco accompagneranno il telespettatore alla scoperta del ‘mistero Battisti’, figura centrale della cultura musicale di un intero Paese, che ha rifiutato lo stardom e la visibilità per rimanere fedele a sé stesso. Testimone d’eccezione sarà Giulio Rapetti, in arte Mogol, al centro di un’ampia intervista che ripercorrerà l’amicizia e la lunga collaborazione di questa memorabile coppia creativa.

A scandire il racconto, le canzoni che hanno rivoluzionato il panorama musicale italiano, molte eseguite dalla voce dello stesso Battisti, altre con le performance esclusive di Gianluca GrignaniNoemiGiovanni Caccamo e Giusy Ferreri. Sotto la direzione artistica del Maestro Enrico Melozzi, interpreteranno, ognuno con il proprio stile unico e personale, quattro canzoni – Il tempo di morireAmarsi un pòEmozioni e Io Vivrò – quattro successi tratti da un repertorio che rappresenta un unicum nella storia della musica, capace di parlare ancora oggi a intere generazioni.




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Abbiamo visto dall'inizio alla fine l'omaggio a Lucio Battisti, ideato e prodotto da Maite Carpio -   non è la stessa persona che in altre circostanze e per altri fini si firma Maite Bulgari?- che si è trasformato in  un omaggio a Mogol, anzi in una sua esaltazione - come non hanno mancato di sottolineare i critici televisivi, anche i più benevoli - mentre a Battisti è restato qualche spezzone visto e rivisto e gli accenni delle sue canzoni più celebri, delle quali il poeta (  per Aldo Grasso: 'poetica del banalese'), Mogol ha raccontato origine e scrittura del testo. Grasso avrebbe cambiato il titolo in 'Lucio per amico. Ricordando Mogol'. 

 Il docufilm evento(?) si svolgeva tutto in due locali, uno con vistoso divano giallo e l'altro con divanetto verde pisello ( lo stesso colore di quello di Mogol, che però era il suo trono); il raccordo fra i vari inserti  era affidato a due giornalisti biografi di Battisti e a tanti reduci della vita musicale degli anni di Battisti, patetici, perchè girano ancora con i capelli bianchi lunghi sciolti o con basco da 'corazzata Potemkin'. E con  qualche altro prezzemolino prodigo di banalità.

 Dunque tutti  sempre seduti gli invitati all'omaggio a Battisti,  e pure noi davanti alla tv, in attesa di vedere almeno un istante che giustificasse  le due ore circa del docufilm. Noioso,  senza nulla di nuovo, come del resto, spietatamente, lo ha giudicato l'auditel che ha premiato invece con 3 punti di share in più, la fiction di Canale 5, 'Maria Corleone'. ( Lucio per amico: share del 13.8%, 2.263.000 spettatori;  Maria Corleone: share 16.5%, 2.753.000 spettatori)

 

Della regista, sceneggiatrice produttrice Maite - in questo caso: Carpio o Bulgari? - abbiamo visto fino ad oggi tre documentari, due scritti per la tv (Papa Bergoglio e Lucio Battisti) ed uno per essere commercializzato  attraverso dvd, in più uscite, e dedicato alla storia dell'Opera, protagonisti un noto buffone superaccigliato - che a noi ha sempre fatto venire il mal di pancia - con il compito di alleggerire la materia, e un professorone seduto - parlare da seduti è la caratteristica costante dei docufilm della signora - in platea,  ad appesantire l'ascolto e la visione.

 Differente da questi due il primo dei tre docufilm, quello dedicato a Bergoglio. Lo aveva realizzato in prima persona la signora produttrice che era pure l'intervistatrice, con la scena dell'intervista  che appariva appositamente come il backstage del film documentario.  Nulla era nascosto, si  vedeva tutto, microfoni, luci, fili oltre l'intervistato di turno;  e sempre e comunque la stessa l'intervistatrice, che ad ogni intervista, anche della stessa persona ma realizzata in più tempi, si cambiava d'abito, e che abiti!

 L'omaggio a Battisti finisce come e dove era cominciato: uno studio di registrazione nel quale un  direttore, Melozzi - appena lo vedi metti mano alla pistola!- lavora con alcuni cantanti che reinterpretano canzoni di Battisti. 

E, nel mezzo, la beatificazione di Mogol il quale non parla della sua rottura con Battisti nè cita, neppure una volta e di sfuggita, il nome di chi aveva preso il suo posto a fianco del musicista,  cioè  Pasquale Panella.

 Insomma un docufilm tanto strombazzato che non è piaciuto al pubblico, non è piaciuto ai critici tv e neppure a noi - se questo può aggiungere bocciatura a bocciatura. ( Pietro Acquafredda)


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