Ultima opera in programma per la Stagione Notte 2022/23 del Teatro Sociale di Como è Napoli milionaria, musiche di Nino Rota su libretto di Eduardo De Filippo, diretta da James Feddeck, per la regia di Arturo Cirillo, in scena al Teatro Sociale di Como venerdì 13 gennaio, alle ore 20.00 e domenica 15, ore 15.30.
L’opera è ispirata all’originale commedia teatrale (1945), di cui era stato successivamente tratto il film omonimo (1950), con le musiche di Rota e la coppia Pasquale Miele e Gennaro Jovine interpretata da Totò e lo stesso De Filippo. Si narrano le vicende di Gennaro e Pasquale nei bassi napoletani nel 1942. Tra mille difficoltà, si sopravvive anche attraverso mezzi illeciti: la moglie di Gennaro, Amalia, si mette a fare la borsa nera risolvendo i problemi economici, ma trascurando marito e figli. Quando Gennaro, finita la guerra, torna a casa, trova la famiglia ricca, una tresca amorosa della moglie, un figlio imbroglione, una figlia incinta e una ammalata. Sfiduciato e disilluso, assisterà la piccola Rituccia inferma nella speranza che si possa salvare, somministrandole un farmaco inizialmente introvabile e attendendo il giorno successivo per vedere il decorso della malattia.
Ultima opera del grande compositore milanese Nino Rota, vide la luce nel 1977 a Spoleto, con la regia dello stesso Eduardo. Accolta freddamente dalla critica, è stata fortunatamente rivalutata e fa ormai parte del repertorio lirico più rappresentato della seconda metà del secolo scorso, anche grazie a questa produzione del Festival della Valle D’Itria che i Teatri di OperaLombardia hanno deciso di riproporre. Alla famosa opera cinematografica e teatrale di De Filippo, Nino Rota affianca sonorità che vanno dalla canzone napoletana al verismo, dal jazz al musical, con l’inconfondibile talento melodico che ha portato Rota ad essere uno dei più affermati compositori di musiche per il cinema. La partitura di Rota, in tre atti sostanzialmente fedeli all’originale, costituisce un lavoro originale nel quale vengono rifusi, accanto a temi della colonna sonora del film, anche citazioni da numerosi motivi composti per le pellicole di Federico Fellini. Il taglio complessivo è più cupo di quello della commedia, riflettendo l’atmosfera di grande tensione presente nell’Italia sconvolta dal terrorismo, mentre la scrittura musicale appare complessivamente pensata nel solco delle grandi opere pucciniane di inizio secolo. Ci sono riferimenti a tanti maestri del Novecento, Prokoviev, Weill, Gershwin, Puccini, Shostakovic, oltre alle melodie napoletane.
Arturo Cirillo torna oggi a quest’opera che aveva diretto per il Festival della Valle d’Itria nel 2010. Il regista prende l’avvio dal testo teatrale, immaginando la scena come una grande stanza che muta continuamente: a volte è una trincea per richiamare la guerra, non più quella mondiale, ma quella degli anni di Piombo (la prima realizzazione avvenne a Spoleto, nel 1977), ma in certi momenti ricorda anche le azioni sceniche di Pina Bausch, mette in scena immagini legate a una religiosità esasperata, amplificando l’apparente e ipocrita devozione. Meno naturalismo, più gioco meta-teatrale. La stanza è un elemento concreto mentre tutto attorno regna l’irreale. Nel primo atto la camera è terra di nessuno, nel secondo un grande campo di fiori, nel terzo una trincea con scheletri di una guerra non finita e la convivenza di Napoli col sogno americano.
In scena un nutrito cast di giovani cantanti: Mariano Buccino (Gennaro Iovine), Clarissa Costanzo (Amalia, sua moglie), Riccardo Della Sciucca (Errico “Settebellezze”) e inoltre Maria Rita Combattelli, Marco Miglietta, Francesco Samuele Venuti, Giovanna Lanza, Sabrina Sanza, Roberto Covatta, Giuseppe Esposito, Albertro Comes, Graziano Dallavalle, Pasquale Greco, Francesco Cascione, Sara Borrelli, Maria Luisa Bertoli, Maria Paola Di Carlo, Christian Magrì.
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