Pensiamo a una fascinosa (e costosa) bottiglia di Sassicaia. L’etichetta tinta burro con sopra una rosa dei venti blu. E poi sopra ancora un’etichetta come quella che vediamo sui pacchetti di sigarette: «Nuoce gravemente alla salute». Lo ha voluto l’Irlanda – per limitare evidentemente l’abuso di alcol – e, nonostante il no dell’Europa nella terra dove si è girato Harry Potter quell’etichetta (da molti ritenuta intimidatoria o almeno disturbante) finirà su tutti i vini e i superalcolici. Vini italiani e champagne francesi compresi.
E già arrivano le prime proteste. In prima fila appunto il «no» dell’Italia, che insieme con Francia, Spagna e altri 6 stati Ue ha votato no al provvedimento. «Assurda la decisione dell'Irlanda di introdurre un’etichetta per tutte le bevande alcoliche, incluso il vino italiano. Nonostante la contrarietà del Pe – ha twittato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani – scelta che ignora la differenza tra consumo moderato e l’abuso di alcol. Chiederò l'intervento della Commissione Ue sul Wto».
Per tanti altri però la decisione irlandese rappresenta un passo avanti forse decisivo per gli alert sanitari in etichetta che metteranno vino e alcolici su un piano analogo alle sigarette.
A fine dicembre Dublino potrà adottare la normativa che di fatto, sul piano dell’etichettatura, equipara il vino alle sigarette. Infatti anche su vino, birra e alcolici si potranno riportare indicazioni come «l’alcol provoca malattie del fegato» oppure «alcol e tumori sono collegati in modo diretto».
Per Dublino, il forte consumo di alcolici è un'emergenza sanitaria nazionale e giustifica etichette che dovranno contenere: un avvertimento sui danni del consumo di alcol, un monito sul suo legame diretto con tumori mortali, la quantità di alcol in grammi (invece che in percentuale), le calorie, un pittogramma (uguale a quello già in uso) sui rischi per la gravidanza, e un link a un sito web su alcol e salute. Diversi Paesi si sono opposti alla misura, perché crea frammentazione nel mercato interno ed è sproporzionata, soprattutto in vista di un confronto a livello Ue in materia.
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