La stagione del 2023, che sarà quella del centenario degli spettacoli d'opera in Arena, e sarà festeggiata a dovere, è cominciata male, malissimo, con la mastodontica stella cometa ( altezza 70 metri, per un peso di 70 tonnellate di acciaio) che al momento dello smontaggio, a causa di un incidente, è piombata sui gradoni dello storico anfiteatro, danneggiandone alcuni in maniera non lieve.
Tutti hanno gridato allo scempio, Sgarbi ha tuonato: mai più la stella in Arena e...dopo qualche ora tutto è tornato come nulla fosse accaduto.
E c'è stato anche chi, come Tosi, ex sindaco, ha difeso quella stella cometa, fatta costruire 34 anni fa in occasione di una mostra internazionale di presepi a Verona e poi mantenuta, ritenendola elemento di forte richiamo per turisti, secondo Tosi, per il quale l'antico anfiteatro, non era abbastanza.
Quando parliamo di gente sprovveduta messa ad amministrare città dalla storia gloriosa pensiamo anche a Tosi, come ad uno di quelli.
Ben altra attenzione si ebbe e per maggior tempo quando accaddero fuori Verona due altri episodi, assai simili, che ricordiamo abbastanza bene.
Il primo, riguardò l'Arena, nel corso di una trasferta alle piramidi, negli anni Ottanta, in Egitto, per rappresentarvi Aida. Sovrintendente, Renzo Giacchieri. Un fotografo documentò come alcune strutture metalliche del palcoscenico erano state addossate e fissate ad importanti reperti archeologici. Ci fu uno scandalo. Nessuno pagò, ma comunque se ne parlò e i responsabili di quello scempio dovettero trovare scuse per autoscagionarsi.
Altrettando accadde pochi anni fa, alla Galleria Borghese, diretta dalla Coliva, in occasione di una serata di gala finalizzata a raccogliere fondi per la galleria, organizzata dai 'Mecenati' della Borghese, presieduti allora da Maite Carpio Bulgari. La serata prevedeva una visita privata alla Galleria e, infine, una cena 'placée'. Anche in quel caso si documentò che il servizio di catering, superficialmente ma colpevolmente, aveva addossato la struttura mobile che doveva servire al catering, ad elementi architettonici e scultorei della galleria. Ma come, si disse: raccogliete fondi per sostenere la manutenzione della Galleria, e nel raccoglierli non vi guardate dal danneggiarla?
Questi episodi dimostrano ancora una volta come la sensibilità verso i nostri bene storici non sia così forte in Italia, nonostante esista il FAI che con la sua attività avrebbe dovuto instillarla; il FAI la insegna ma evidentemente sono in molti che fanno fatica ad impararla.
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