In Brasile dopo il caso di domenica con il tentato golpe, le ripercussioni maggiori riguardano i vertici della sicurezza di Brasilia: il segretario esecutivo del ministero della Giustizia brasiliano, Ricardo Cappelli, ha esonerato tutti i vertici delle forze di sicurezza di Brasilia, accusati di comportamento omissivo in occasione dell'assalto ai palazzi del potere commesso domenica dai sostenitori radicali di Jair Bolsonaro.
Tra i congedati vi sono il comandante della Truppa d'assalto, il maggiore Gustavo Cunha; il capo del dipartimento delle operazioni, colonnello Eduardo Naime; il segretario esecutivo e commissario della polizia federale, Fernando Souza Oliveira, e Marlia Ferreira de Alencar, sottosegretaria all'Intelligence. L'atto amministrativo firmato da Cappelli - nominato dal presidente Luiz Inacio Lula da Silva commissario per l'intervento federale nel Distretto di Brasilia - formalizza anche il licenziamento del colonnello Fábio Augusto Vieira, ex comandante generale della polizia militare, che si trova in carcere.
Lula: «Vorrei pensare ad atti di squilibrati, non di golpisti»
«Vorrei pensare a qualcosa di minore del golpe, che sia stata opera di un gruppo di squilibrati», ha detto il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, a proposito dell'assalto ai palazzi del potere a Brasilia commesso domenica da sostenitori dell'ex presidente, Jair Bolsonaro. «Sono atti di una minoranza che continua a credere nella menzogna di brogli alle elezioni e che non vuole accettare il fatto che la nostra urna elettronica è la più perfetta al mondo», ha aggiunto Lula, che ha sconfitto Bolsonaro al ballottaggio. «Avrei voluto evitare l'intervento federale, ma questa gente non vuole dialogare».
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