Per noi Matteo Messina Denaro era il signor Andrea Bonafede, tutti i documenti e le prescrizioni in regola, nessun motivo di sospetto. Semmai di inquietante c'è altro". A dirlo, in un’intervista concessa a Repubblica, è Vittorio Gebbia, responsabile dell'oncologia medica della clinica “La Maddalena” di Palermo dove il boss ricercato da trent’anni è stato arrestato ieri mattina. Con l’aggettivo “inquietante”, il medico fa riferimento alle parole del pentito Salvatore Baiardo pronunciate tre mesi fa in un’intervista rilasciata a Massimo Giletti durante uno speciale di “Non è l’Arena”. “Che arrivi un regalino? Che magari presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato e faccia una trattativa lui stesso per consegnarsi e fare un arresto clamoroso? E così arrestando lui esce qualcuno che ha l’ergastolo ostativo senza che ci sia clamore?”, aveva detto Baiardo a Giletti. Su queste dichiarazioni, Gebbia afferma:
“L'intervista rilasciata da questo signor Baiardo pochissimi giorni dopo l'aggravarsi delle condizioni del paziente, una coincidenza temporale davvero inquietante considerata la riservatezza delle informazioni e - col senno di poi - la reale identità del signor Bonafede. Erano passati non più di tre, quattro giorni da quando - in seguito agli accertamenti diagnostici dopo un ciclo di chemioterapia - abbiamo rilevato un aggravamento del tumore che ci ha indotto a cambiare terapia ed ha reso più severa la prognosi".
A chi gli domanda quali siano le condizioni di salute di Messina Denaro, l’oncologo replica:
"Le sue condizioni sono gravi, la malattia ha avuto un'accelerazione negli ultimi mesi. Non lo definirei un paziente in buone condizioni di salute. Sono certo che continuerà a ricevere tutte le cure di cui ha bisogno. Ieri i carabinieri mi hanno chiesto se posticipare di tre, quattro giorni il ciclo di chemioterapia che avrebbe dovuto fare qui avrebbe avuto conseguenze e io ho firmato l'autorizzazione
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