martedì 17 gennaio 2023

Matteo Messina Denaro. Inquientanti le rivelazioni di Baiardo da Giletti, commenta l'oncologo del boss latitante, pochi giorni dopo l'aggravamento delle sue condizioni di salute (Huffpost)

 Per noi Matteo Messina Denaro era il signor Andrea Bonafede, tutti i documenti e le prescrizioni in regola, nessun motivo di sospetto. Semmai di inquietante c'è altro". A dirlo, in un’intervista concessa a Repubblica, è Vittorio Gebbia, responsabile dell'oncologia medica della clinica “La Maddalena” di Palermo dove il boss ricercato da trent’anni è stato arrestato ieri mattina. Con l’aggettivo “inquietante”, il medico fa riferimento alle parole del pentito Salvatore Baiardo pronunciate tre mesi fa in un’intervista rilasciata a Massimo Giletti durante uno speciale di “Non è l’Arena”. “Che arrivi un regalino? Che magari presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato e faccia una trattativa lui stesso per consegnarsi e fare un arresto clamoroso? E così arrestando lui esce qualcuno che ha l’ergastolo ostativo senza che ci sia clamore?”, aveva detto Baiardo a Giletti. Su queste dichiarazioni, Gebbia afferma: 

L'intervista rilasciata da questo signor Baiardo pochissimi giorni dopo l'aggravarsi delle condizioni del paziente, una coincidenza temporale davvero inquietante considerata la riservatezza delle informazioni e - col senno di poi - la reale identità del signor Bonafede. Erano passati non più di tre, quattro giorni da quando - in seguito agli accertamenti diagnostici dopo un ciclo di chemioterapia - abbiamo rilevato un aggravamento del tumore che ci ha indotto a cambiare terapia ed ha reso più severa la prognosi".

Video correlato: Messina Denaro esce dalla clinica (Dailymotion)

A chi gli domanda quali siano le condizioni di salute di Messina Denaro, l’oncologo replica:

"Le sue condizioni sono gravi, la malattia ha avuto un'accelerazione negli ultimi mesi. Non lo definirei un paziente in buone condizioni di salute. Sono certo che continuerà a ricevere tutte le cure di cui ha bisogno. Ieri i carabinieri mi hanno chiesto se posticipare di tre, quattro giorni il ciclo di chemioterapia che avrebbe dovuto fare qui avrebbe avuto conseguenze e io ho firmato l'autorizzazione

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