Mentre i russi continuano a lanciare missili sull'Ucraina devastandola e mietendo vittime civili, la voce dell'arcivescovo ucraino Sviatoslav Shevchuck sembra scuotere i pacifisti europei che continuano a chiedere pace senza accorgersi che in questo momento storico a Kiev per sopravvivere servono purtroppo rinforzi bellici: «Come possiamo fermare i carri russi senza armi? Se voi sapete come fare, vi saremmo grati» ha chiesto l'arcivescovo maggiore di Kiev, Sviatoslav Shevchuck, in una conferenza stampa al termine degli incontri del Consiglio panucraino in Vaticano con il Papa e i capi dicastero. «Aspettiamo che il mondo ci aiuti a difenderci perchè quando siamo stati aggrediti non abbiamo avuto mezzi per difenderci. La guerra non è cominciata il 24 febbraio scorso ma nel 2014 e, in quel momento, l'Ucraina non poteva difendersi».
«Come Consiglio delle Chiese ci siamo appellati al mondo per chiudere il cielo sull'Ucraina, abbiamo chiesto compatti di darci armi per abbattere i missili russi perchè quando si abbatte un missile non muore nessuno ma quando un missile cade sulla città causa morti e feriti. Come calcolare allora l'uso proporzionale delle armi?» Il Consiglio panucraino delle Chiese e delle organizzazioni religiose ha rinnovato l'invito al Papa ad andare a Kiev: «Non abbiamo ancora una risposta che ci darebbe più chiarezza. Il Papa è atteso da tutti gli ucraini, sappiamo che segue gli sviluppi e cerca il momento giusto per venire».
Al centro dell'incontro con il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, come ha raccontato Shevchuck, c'è stato il tema delle condizioni per una pace giusta: «La prima condizione - ha detto l'arcivescovo di Kiev - è liberare la gente, quindi la ricostruzione di quel che è stato distrutto. Poi bisogna fare giustizia con un Tribunale internazionale che giudichi i crimini di guerra dei russi: non si tratta di vendetta ma di verità e giustizia. Devono smettere di ucciderci, noi qui siamo sopravvissuti miracolosamente”...
Nessun commento:
Posta un commento