Tre mesi di chiusura per il Teatro di San Carlo: dal 1° gennaio al 31 marzo 2023, a causa di alcuni lavori di restauro che interesseranno la sala (finanziati con 10 milioni di euro dal MiC) gli spettacoli si svolgeranno al Teatro Politeama.
''Abbiamo programmato una stagione di qualità che potesse dare voce a un'urgenza, quella di ritrovarci.
Oper Mind, questo il claim scelto, ovvero movimento, respiro, ritmo, emozione'' spiega il sovrintendente Stephane Lissner. Dodici titoli d'opera, cinque nuove produzioni, cinque balletti, 17 concerti, la seconda edizione del Festival pianistico e della stagione cameristica e quattro tournée: questi i numeri del programma presentato da Lissner, ricco come sempre di grandi voci.
A segnare il rientro nella sala storica sarà Die Walküre di Richard Wagner in scena dal 16 al 29 aprile 2023 con la regia di Federico Tiezzi, premio Abbiati per le scene e i costumi di Giulio Paolini e Giovanna Buzzi. Sul podio il direttore musicale Dan Ettinger e in palcoscenico Jonas Kaufmann nei panni di Siegmund.
L'apertura della Stagione di Balletto, che vedrà protagonista il Corpo di Ballo diretto da Clotilde Vayer, lo scorso 22 dicembre con Il lago dei cigni di Čajkovskij nella versione di Patrice Bart, le musiche sono eseguite, dirigerà Martin Yates. In scena anche registi come Roberto Andò, Calixto Bieito, Romeo Castellucci, Emma Dante.
Sono invece 17 i concerti della sinfonica: l'inaugurazione ha celebra i cento anni dalla nascita di Maria Callas, con un recital di Anna Netrebko
Sul versante dei lavori l'intervento più complesso sarà quello sul soffitto della sala, l'imponente Tela del Cammarano, già restaurata nel 2010, che vedrà rinnovata la sua bellezza. Il Teatro resterà chiuso anche dal 1° al 31 agosto 2022 per la prima tranche di interventi.
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Un restauro ogni dieci-quindici anni fa bene al teatro
Domenica 25 gennaio 2009 c’è stato il tutto esaurito al San Carlo, alla riapertura del suo sipario, dopo 5 mesi di lavori di ristrutturazione, il più antico teatro d’opera in Europa (fu edificato nel lontano 1737) ha echeggiato ancora del suo nome e della sua importanza.
Da sempre elemento simbolico della Città, il Teatro di San Carlo, non solo monumento ma luogo di produzione culturale, per avere un futuro all’altezza della sua storia, deve accrescere la propria capacità produttiva: lucida analisi quella effettuata dal Commissario Straordinario Salvatore Nastasi, che individua da subito i nodi centrali del problema.
“Produrre”, per un teatro, significa “mettere in scena”: adeguare la struttura produttiva per il suo potenziamento vuol dire realizzare nuove sale prova, introdurre innovazioni tecnologiche alla macchina scenica, migliorare le zone di lavoro di artisti e tecnici, eliminare le ‘stagioni morte’ combattendo il caldo estivo con la climatizzazione ed infine rinnovarne la forza attrattiva grazie al restauro conservativo di questo monumento già riconosciuto ‘Patrimonio dell’Umanità’.
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