Ma siamo matti? E' mai possibile che da Coletta, direttore di Rai 1 e dell'intrattenimento tv - compresa BellaMa! ed altre amenità di cui la stazione televisiva pubblica, al binario 2, è piena - dipenderà la presenza o meno e il contenuto dell'intervento di Zelensky, registrato e della durata di 2 minuti, al prossimo Sanremo. Così ha deciso il Cda Rai e così sarà. Tra lo scherno, e le risate di mezzo mondo.
Il presidente ucraino, ospite graditissimo, anche per le tv, di tante manifestazioni musicali internazionali, di festival cinematografici, dell'Onu e di numerosi consessi politici ed istituzionali di mezzo mondo, ora dovrà attendere il via libera di Stefano Coletta.
Il dibattito ha già animato la vita politica, vertendo soprattutto sulla opportunità che in una situazione diciamolo pure di mezza tacca, si parlasse di cose serie, anzi di cose drammatiche come la guerra, quasi non interessasse da vicino nessuno. Ci si è anche appellati al detto: non mischiamo il sacro con il profano, dove per trucidi politici il 'sacro' era naturalmente Sanremo.
Tutti costoro hanno dimenticato che nelle precedenti edizioni, da quel che ricordiamo, c'è stato chi ha sollevato il problema delle molestie alle donne, ed anche chi ci ha fatto riflettere sul problema dei migranti, come se nessuno di noi ne avesse conoscenza e coscienza. Eppure si è fatto.
Allora perchè Zelensly no? E perchè Coletta? Mai, nei casi precedenti, si è detto - magari lo ha anche fatto - che il direttore avrebbe autorizzato quegli interventi; mentre lo si viene a dire proprio quando sembra quasi un oltraggio, una censura per un gigante che vive da un anno sotto le bombe; e la censura sarebbe affidata ad uno sta a Viale Mazzini, da dove la visuale sul mondo è più chiara e lungimirante.
Zelensky lo vogliamo, anche perchè perfino in serate di fatuo intrattenimento giova ricordare a tutti- anche a coloro che pensano ancora che l'invasione russa sia un affare che riguarda l'Ucraina e non anche l'Italia - che c'è una guerra tremenda alle porte dell'Europa, e nulla assicura che non potrebbe, sfondando quelle porte, arrivare più vicino ai nostri confini.
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