Il Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo taglierà il nastro della 60esima edizione sabato 29 aprile 2023 con un concerto inaugurale dedicato al tema della rinascita.
La storica manifestazione, che dal 1964 unisce le due città nel segno della musica classica, continua il percorso biennale iniziato nel 2022 con “Novecento Suite” alla riscoperta della musica dell’ultimo secolo, lontano dal pregiudizio di una musica difficile e oscura.
Se nel 2022 le lancette si erano fermate al 1939, nel 2023 il Festival abbraccia il resto del secolo fino ad arrivare alla contemporaneità.
L’approccio non sarà strettamente cronologico né monografico, ma basato su un repertorio attentamente selezionato di oltre 30 compositori. Più che le avanguardie, il 60°Festival si appresta a esplorare dunque l’anti-avanguardia, alla ricerca di una musica che possa parlare un linguaggio contemporaneo e aprirsi all’ascolto senza bisogno di sovrastrutture.
Il 60° Festival verrà inaugurato sabato 29 aprile al Teatro Grande dalla Filarmonica del Festival diretta da Pier Carlo Orizio, direttore principale dell’orchestra, con solista Mikhail Pletnev, uno dei più apprezzati pianisti e direttori al mondo.
Il tema dell’inaugurazione sarà la rinascita, intesa sia come rinascita individuale che come quella di un popolo. Un percorso sonoro da vivere e soprattutto ascoltare ad occhi aperti, grazie ad una drammaturgia della luce e dell’immagine che stimolerà il pubblico ad immergersi e riconoscersi nella musica eseguita.
Il grande Pletnev, ospite del Festival per due recital nel 2021, sarà solista del Concerto per pianoforte e orchestra n.2 di Rachmaninov, di cui nel 2023 ricorreranno i 150 anni dalla nascita. Il Concerto di Rachmaninov venne infatti composto dopo un periodo di forte depressione e dedicato al dottor Dahl, lo psicanalista grazie al quale l’artista superò la crisi. Rachmaninov, pur non avendo mai scritto musica da film, con il suo linguaggio apre la strada ai grandi compositori di colonne sonore come Williams, Morricone e Nyman.
A seguire l’orchestra eseguirà la Sinfonia n.9 di Šostakovič, uno dei capolavori del compositore russo. L’opera fu fortemente criticata dal regime sovietico perché avrebbe dovuto rappresentare la grande vittoria dopo la Seconda Guerra Mondiale. Quando tutti si aspettavano dal compositore più in voga del tempo una sinfonia trionfale che potesse eguagliare, se non superare, la Nona per eccellenza (quella di Beethoven), Šostakovič realizzò un piccolo gioiello dal linguaggio brillante e dai toni quasi umoristici, diametralmente opposti alla magnificenza di Beethoven, realizzando un’opera unica che conquistò l’unanime successo del pubblico.
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