Una mossa che i pentastellati hanno derubricato come "becera propaganda" l'ennesima "farsa", soprattutto sulla tassa piatta, visto che il Colle non è stato neanche avvertito e soprattutto "non ci sono le coperture". La tensione è evidentemente alle stelle, con Di Maio che non molla, anzi, lancia l'ultimatum all'alleato di governo "far dimettere Armando Siri prima del Cdm per non arrivare alla conta. Trovo assurdo che ci siano spaccature e spaccarsi su una battaglia che ci dovrebbe vedere uniti alla Lega è un messaggio sbagliato dato al Paese" attacca ricordando che se si deve votare, si vota e si sa bene come finirà. La lotta alla corruzione è un cavallo di battaglia dei grillini e quello che voglio far passare è che Salvini sarebbe pronto a far saltare il banco su un uomo che si è macchiato di una 'peccato gravissimo'. Una piaga, una vera e propria emergenza, ha tenuto a sottolineare lo stesso guardasigilli Bonafede, su cui il governo "continuerà a battersi, mai come nessuno ha fatto in passato".
Il Movimento 5Stelle in Cdm conta otto ministri e la Lega sei, quindi la così tanto declamata conta è già nota da tempo, da quando si è aperto il caso Siri nel governo. Non è detto però che si arrivi al voto o comunque che quel voto venga verbalizzato.
Il premier Conte presenterà la revoca di Siri ed è tenuto a 'sentire il consiglio dei Ministri', da cui uscirà un parere, non vincolante. A questo punto il decreto passerà sul tavolo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che come atto formale, lo controfirmerà. Il Colle ha già fatto trapelare che la nomina, così come la revoca di un sottosegretario, è una questione tutta politica, su cui il capo dello Stato non deve esprimersi.
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