Archiviate le elezioni e le polemiche politiche post voto, Giuseppe Conte prende in mano le redini dell'azione di governo e nel giro di due giorni convoca a palazzo Chigi prima i due vicepremier e poi i capigruppo di maggioranza.
Nel mezzo, il premier sale al Quirinale per un colloquio con il Capo dello Stato, quindi vede il ministro dell'Economia Giovanni Tria.
Al termine del 'giro' di incontri, il presidente del Consiglio scandisce i tempi delle prossime mosse: subito il via libera ai decreti Sblocca cantieri e Crescita, entrambi già all'esame del Parlamento.
Sia M5s che Lega confermano al premier volontà e determinazione ad andare avanti: "Abbiamo così tanto lavoro da fare che l'idea di tornare al voto sarebbe una rovina per gli italiani", afferma il capogruppo pentastellato alla Camera, Francesco D'Uva, lasciando Palazzo Chigi. "Ovviamente si va avanti, per noi è scontato, ci sono ancora tanti punti nel contratto di governo da realizzare", aggiunge.
Sulla stessa linea i leghisti: "Un confronto sereno e utile per andare avanti", assicura il presidente dei senatori Massimiliano Romeo.
Il faccia a faccia con i capigruppo di maggioranza, incontrati separatamente, è servito per esaminare i provvedimenti attualmente in discussione alla Camera e al Senato, con un focus sullo stato di avanzamento dei lavori.
Dai colloqui sono emersi "riscontri molto positivi sul percorso che riguarda provvedimenti ritenuti strategici e di fondamentale importanza per il Paese. La comune determinazione è di procedere speditamente alla loro approvazione", sottolinea Conte.
Tempi stretti per i due decreti
I tempi per licenziare in via definitiva i due decreti sono strettissimi (lo Sblocca cantieri scade il 17 giugno, il dl Crescita il 30 giugno), e si 'scontrano' con i nodi ancora da sciogliere.
L'esame nell’Aula del Senato del decreto Sblocca cantieri, che doveva riprendere già da ieri, è stato rinviato, a causa della mancanza dei pareri della commissione Bilancio su emendamenti e sub emendamenti presentati al testo.
Le opposizioni, con Pd e Forza Italia, hanno chiesto una riunione dei capigruppo per definire le nuove tempistiche.
Ma nuove tensioni potrebbero rallentare ulteriormente l’iter del provvedimento: se infatti è stato 'sminato' il terreno sul fronte Tav, che non sarà oggetto di una modifica del testo ma di un ordine del giorno, la Lega va alla carica sul Codice appalti.
Leggi anche: Tav, la verità dei fatti
Matteo Salvini ha infatti annunciato un emendamento “per la sospensione per due anni del Codice appalti e per il rispetto della normativa europea vigente. Mi auguro che che non ci siano preclusioni politiche né dalle opposizioni né dalla maggioranza a sbloccare i Cantieri”. Ma i 5 stelle alzano subito il muro dicendosi contrari. I relatori hanno presentato 27 proposte di modifica. Dal Governo poi è arrivato un pacchetto di quattro modifiche.
Quanto all’iter del decreto Crescita, ancora all’esame delle commissioni alla Camera, è stato fissato a sabato mattina il termine per gli emendamenti del governo. La conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha stabilito l’avvio dell’iter in Aula per martedì 4 giugno, ma non viene escluso che potrebbe slittare di qualche giorno, a giovedì 6.
Ancora da sciogliere, in questo caso, il nodo delle norme cosiddette ‘Salva Roma’. Per entrambi i provvedimenti si tratta della prima lettura, quindi bisognerà considerare il tempo necessario per il secondo passaggio. Tanto che non viene escluso il ricorso alla fiducia sui due decreti.
Slitta ancora il prosieguo dell'esame del decreto Sblocca cantieri al Senato, che riprenderà martedì prossimo, alle 9.30. Inizialmente, il calendario dei lavori dell'Aula di Palazzo Madama prevedeva che l'esame proseguisse nel pomeriggio di oggi.
I tempi per l'approvazione definitiva, quindi, si stringono ulteriormente: il decreto, infatti, scade il 17 giugno e deve fare ancora un passaggio alla Camera, dove da calendario è previsto a partire da martedì 11 giugno.
Nessun commento:
Posta un commento