giovedì 9 maggio 2019

La madre di Giulio Regeni contro Roberto Vecchioni che ha scritto una canzone sulla tragedia di suo figlio

 "Non servono canzoni su mio figlio, come quella di un noto cantante settantenne, ma azioni e gesti che aiutino davvero la verità". Paola Regeni parla così al Salone del Libro di Torino. E l'affondo della mamma di Giulio Regeni è chiaramente rivolto al cantautore Roberto Vecchioni, che nel suo ultimo album 'L'Infinito' ha dedicato una canzone al giovane ricercatore torturato e ucciso nel 2016. "Chi sa, chi vuole dire qualcosa sulla morte di nostro figlio - aggiunge la madre di Giulio -, prima parli con la sua famiglia e con il nostro legale. Così ci potete aiutare; in caso contrario è meglio il nulla, grazie. Ci siamo già noi". 

VECCHIONI: "CI SONO RIMASTO MALE" - Immediata la risposta del cantautore: "Ci sono rimasto male - spiega Vecchioni in un'intervista a Rolling Stones -. Nella canzone si fa accenno alla vicenda di Giulio, ma in maniera corretta e innamorata, senz'altro dalla sua parte. Per questo non credo di aver leso alcun diritto della signora, che conosco e a cui voglio bene". E aggiunge: "Ho mantenuto la promessa di non cantarla in tv o parlarne con i giornalisti. L'ho cantata in teatro e la farò in tour, ma l'ho tenuta in un angolo. Non l'ho fatta diventare un singolo per rispetto a lei, anche se ci avevo pensato. Non volevo strumentalizzare la vicenda, non so cos'altro avrei dovuto fare", conclude il cantautore. 


"GIULIO AFFAMATO DI VERITA'" - La madre di Giulio ha poi continuato il suo discorso al Salone del Libro di Torino: "Siamo qui non solo per Giulio, a cui noi come genitori abbiamo sempre dato una grande fiducia, ma per i tanti Giulio con la stessa voglia di conoscenza che sono stati torturati e uccisi nel mondo. Come insegnante vi dico di studiare e viaggiare per sapere come sono le cose del mondo, anche se alla fine non potreste trovare il lavoro che giustamente vi aspettate, perché oggi è davvero dura, e anche se non vi posso nascondere che lo studio ha portato Giulio alla morte...". "Giulio era uno di voi - ha concluso poi Paola -, curioso, affamato di vita e di verità". Con la stessa "fame", adesso "siamo noi che non smetteremo mai di ricercare la verità sulla morte di nostro figlio". 

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