Nell'ultima settimana di campagna per le Europee la tensione nel governo sale alle stelle. E in campo questa volta entra il premier Giuseppe Conte che lancia una vera e propria sfida alla Lega. Il capo del governo "non è una persona di garanzia, è espressione del M5S", attacca in un'intervista a La Stampa il sottosegretario Giancarlo Giorgetti. "E' gravissimo dubitare della mia imparzialità, chi mi mette in discussione lo faccia in Cdm", è la replica di Conte. Il tutto poche ore prima del Consiglio dei ministri chiamato ad esaminare i due provvedimenti oggetto dell'ultima contesa M5S-Lega: il decreto sicurezza bis, voluto da Matteo Salvini, e quello sulla famiglia, promosso da Luigi Di Maio.
Il Consiglio è in due tempi. La riunione ha inizio alle 16 per dare l'ok al bilancio di previsione del Piemonte ma il vero confronto ha avuto inizio dopo le 21 quando a Palazzo Chigi si ritrovano il premier - di rientro dalle zone terremotate del Centro Italia - e i due vice.
Le nomine
In primis, il Consiglio dei ministri ha proceduto alle nomine oggi sul tavolo. A capo della Guardia di Finanza è stato nominato Giuseppe Zafarana, segretario generale della Ragioneria dello Stato Biagio Mazzotta e infine Pasquale Tridico è stato designato a capo dell'Inps." In seguito, è stato approvato il ddl sui magistrati onorari (salvo intese).
Conte: "Sicurezza, criticità da chiarire". Salvini: "Quali?"
Sul decreto sicurezza-bis ci sono criticità da chiarire, perplessità che sarebbero condivise anche dal Quirinale. Lo avrebbe detto il premier Giuseppe Conte al Cdm, secondo quanto si apprende da fonti di governo. Per questo, avrebbe spiegato il premier, il provvedimento è in ordine del giorno solo per un "inizio di esame". "Attendo di capire quali...", avrebbe replicato Salvini al presidente del Consiglio. Il Carroccio non molla: nessun rinvio del decreto sicurezza bis è la linea della Lega in Consiglio dei ministri. A quanto trapela, Matteo Salvini ha chiesto una sospensione della riunione per avere spiegazioni sui presunti rilievi del Colle al testo, "che è pronto". Ha espresso anche piena disponibilità a concordare eventuali modifiche al testo, se necessario. "Non faccio marcia indietro - dichiara - e sono pronto a arrivare al voto in Cdm". La riunione, ora sospesa, rischia di andare avanti a oltranza.
Prima del Cdm
Fino al pomeriggio, i tecnici si sono affrettati per stilare le ultime modifiche ai due provvedimenti, a cominciare dal decreto sicurezza bis, osteggiato dal M5S e sul quale, anche oggi, si abbatte la scure delle Nazioni Unite.
"L'Italia blocchi il decreto", avvertono in un comunicato gli esperti di diritti umani della sede Onu di Ginevra mentre nel pomeriggio è il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ad intervenire in prima persona: "Non vogliamo entrare nelle leggi italiane ma le norme internazionali sulla protezione dei rifugiati vanno rispettate", afferma. Sul decreto, inviato per conoscenza da Palazzo Chigi al Colle assieme al provvedimento sulla natalità, sarà attentissima la valutazione del presidente Sergio Mattarella. Al Quirinale assistono con un misto di distacco e preoccupazione all'alzarsi dei toni di queste ore e non intendono intervenire in alcun modo finché il decreto non avrà l'ok formale del Cdm. Ma, si sottolinea, una volta approvato, il provvedimento sarà valutato con la massima attenzione dal capo dello Stato. A conferma della crescente preoccupazione oggi il presidente ha ricordato che "valori e istituzioni" si difendono insieme. E ha sottolineato il rischio che "le fratture si allarghino" stigmatizzando quanti continuano a "seminare paure e rancore" nel Paese.
Nel "secondo tempo" del Cdm né il decreto sicurezza bis né quello sulla famiglia, a meno di colpi di scena, avranno l'approvazione definitiva. "Inizio dell'esame" dei decreti, recita, non a caso, l'ordine del giorno. Così come inizia l'esame delle misure sull'Autonomia sulle quali lo scambio di accuse tra M5S e Lega è continuo. E, sebbene la presenza di Giorgetti non sia prevista per impegni del sottosegretario a Milano, parte un confronto politico più generale.
Il premier non intende farsi distrarre dalla campagna elettorale e, si sottolinea, continua a lavorare sulle vere urgenze del Paese, come quelle legate al sisma. Ma sceglie di dare una risposta chiara e forte a Giorgetti. Una risposta con cui, forse, cerca di mettere in punto anche in vista del post-Europee. "Se si mette in dubbio l'operato del presidente del Consiglio si mette in discussione anche l'azione di governo e allora bisogna farlo in base a percorsi chiari e trasparenti. Le sedi ufficiali sono il Consiglio dei ministri e in prospettiva anche il Parlamento. Non possiamo accettare allusioni", precisa Conte. "Il premier è indicato dai 5 stelle. Non è mica un'offesa", è la controreplica di Giorgetti che insiste: "o si lavora seriamente oppure ognuno a casa sua". Ma Salvini frena la polemica: "Giorgetti è stato più volte attaccato, lo capisco umanamente e politicamente".
Ma il voto del 26 maggio domina incontrastato nella strategia dei vicepremier. "La Lega ha perso la testa, e sui migranti Salvini è nel pallone, ha finito gli argomenti", attacca Di Maio sottolineando, con riferimento all'evento di Milano, che "non si fischia il Papa in piazza". "Molti "no" del M5S sembrano quelli di Renzi, tornino i sì", avverte Salvini che sul decreto Di Maio osserva: "meglio un miliardo alla famiglia che un pugno in faccia ma io oso, punto in alto". E in serata Di Maio avverte: "Sia il M5S sia la Lega sono decisi ad andare avanti. Il tema sarà come".
(da RAI NEWS, di Giovanni Casa)
Nessun commento:
Posta un commento