giovedì 30 maggio 2019

Lo psicodramma dei CINQUESTELLE raccontato dai giornali ( AGI NEWS)

Salvate il soldato Di Maio. Ma saranno sufficienti le preghiere di don Peppino Gambardella, il parroco di Pomigliano d’Arco che si definisce padre spirituale dell’illustre concittadino, che dice “domani pregherò per Di Maio”, come scrive il Corriere nella sua versione cartacea, a sottrarlo al giudizio sommario del Movimento? Per il momento il leader incassa il sostegno dell’empireo pentastellato, Grillo e Casaleggio, che lo blindano al vertice per la guida del Movimento, insieme a gran parte del gruppo dirigente e parlamentare. Resta, però, la grande incognita del voto della Rete sulla piattaforma Rousseau, previsto per oggi. Come si esprimerà la massa? Sarà crocifisso o graziato?

Piattaforma Rousseau che viene rappresentata nella vignetta di Giannelli sul Corriere della Sera come un trampolino di lancio per un tuffo a occhi chiusi, di schiena, nel vuoto. Un’incognita, appunto. Mentre Vauro, sul Fatto, sceglie di rappresentare il volto del leader vestito da donna, con collana, in una smorfia piangente, con sotto scritto: “Di May”. Presagio di un addio imminente, come la leader inglese alla vigilia del voto europeo dopo il fallimento sulla Brexit?

E che il capo stellato abbia fallito non c’è dubbio alcuno. Glielo rimproverano in molti, come si può leggere in più cronache e retroscena. Mercoledì il senatore Paragone, poi la deputata Carla Ruocco, esponente dell’ala grillina ortodossa, che nell’intervista al Corriere dice: “Il M5s è sempre stato contrario al doppio incarico, qui siamo addirittura a quattro. È evidente che questa sovrapposizione di ruoli ha prodotto l’uomo solo al comando. Che non rientra nei nostri valori”.

Di Maio “Si metta in discussione, faccia un passo indietro e si vedrà. L’importante è che si passi a una condivisione e una collegialità nelle scelte”. Ma Di Maio contrattacca: “Prendo schiaffi solo io, devo andare avanti?” chiede il leader agli eletti in quella che potrebbe essere l’ultima sfida come si legge nel racconto dell’assemblea sul quotidiano di via Solferino.

Il ricorso al voto sulla piattaforma viene giudicato però “un errore”, perché, semmai, “prima c’era l’assemblea” degli eletti. E proprio sulla rete va in onda lo psicodramma dove “sula pagine dei big la base si sfoga” e giudica “un errore l’alleanza” con la Lega.

Il Fatto Quotidiano racconta invece che “il capo che ha straperso non mette in gioco se stesso, sul piatto mette proprio il governo. ‘Dobbiamo decidere se sostenere ancora o meno questo esecutivo, il premier Giuseppe Conte vuole saperlo’ scandisce Luigi Di Maio all’assemblea dei 5Stelle con folla da stadio dentro la Camera”. Così “rilancia prima del plebiscito di oggi sulla piattaforma web, in cui chiederà agli iscritti di ‘confermare la fiducia al capo politico’, cioè a lui. E sa che vincerà facilmente” prevede o scommette il quotidiano diretto da Marco Travaglio. Ipotesi sostenuta per altro anche da Il Giornale: “Per rilegittimare Di Maio dopo il flop elettorale e le conseguenti critiche interne, oggi si voterà sulla piattaforma Rousseau il quesito ‘confermi Luigi Di Maio come capo politico del Movimento 5 Stelle?’”

La discussione sul capo pentastellato si intreccia tuttavia con i venti di crisi che spirano sul governo. Il Foglio scrive che “Salvini dice di non volerlo ma intanto la Lega si prepara al voto anticipato” e La Stampa è addirittura più esplicita: “Ipotesi voto il 29 settembre”. Ma Il Giornale titola così: “Salvini sceglie il capo grillino” tanto che “se vince Di Battista cade il governo” sostiene il ministro dell’Interno. “La linea Di Battista non deve passare” scrive la Repubblica attribuendo questa espressione al leader leghista.

Ma sarà sufficiente il tifo di Salvini pro Di Maio assieme alle preghiere di don Gambardella a sottrarlo alla graticola? Oggi il verdetto.

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