CITTÀ DEL VATICANO , 18 maggio, 2019. "Voglio dirvi anzitutto che stimo il vostro lavoro; la Chiesa vi stima, anche quando mettete il dito sulla piaga, e magari la piaga è nella comunità ecclesiale. Il vostro è un lavoro prezioso perché contribuisce alla ricerca della verità, e solo la verità ci rende liberi”. Papa Francesco accoglie così i Membri dell’Associazione della Stampa Estera in Italia, ricevuti oggi in Udienza in Sala Clementina. “Il vostro è un ruolo indispensabile, e questo vi affida anche una grande responsabilità: vi chiede una cura particolare per le parole che utilizzate nei vostri articoli – commenta il Pontefice nel suo discorso - per le immagini che trasmettete nei vostri servizi, per tutto ciò che condividete sui social media”.
“Vi esorto dunque - l’invito di Francesco - a operare secondo verità e giustizia, affinché la comunicazione sia davvero strumento per costruire, non per distruggere; per incontrarsi, non per scontrarsi; per dialogare, non per monologare; per orientare, non per disorientare; per capirsi, non per fraintendersi; per camminare in pace, non per seminare odio; per dare voce a chi non ha voce, non per fare da megafono a chi urla più forte”.
Per Francesco è l’umiltà “la chiave di volta dell’attività” dei giornalisti. “L’umiltà del non sapere tutto prima è ciò che muove la ricerca – precisa il Papa - la presunzione di sapere già tutto è ciò che la blocca”. “Giornalisti umili non vuol dire mediocri, ma piuttosto consapevoli che attraverso un articolo, un tweet, una diretta televisiva o radiofonica si può fare del bene ma anche, se non si è attenti e scrupolosi, del male al prossimo e a volte a intere comunità – chiarisce Papa Francesco - Penso, per esempio, a come certi titoli gridati possono creare una falsa rappresentazione della realtà. Una rettifica è sempre necessaria quando si sbaglia, ma non basta a restituire la dignità, specie in un tempo in cui, attraverso Internet, una informazione falsa può diffondersi al punto da apparire autentica. Per questo, voi giornalisti dovreste sempre considerare la potenza dello strumento che avete a disposizione, e resistere alla tentazione di pubblicare una notizia non sufficientemente verificata”.
Francesco esclama: “Il giornalista umile è un giornalista libero. Libero dai condizionamenti. Libero dai pregiudizi, e per questo coraggioso. La libertà richiede coraggio!”. "Mi viene al cuore una domanda: cosa pensa lei delle guerre dimenticate? - dice a braccio il Papa - La gente si dimentica, non sono all'ordine del giorno nei giornali e nei media, state attenti non dimenticate la realtà".
Papa Francesco conclude il suo discorso: “Vi prego, continuate a raccontare anche quella parte della realtà che grazie a Dio è ancora la più diffusa: la realtà di chi non si arrende all’indifferenza, di chi non fugge davanti all’ingiustizia, ma costruisce con pazienza nel silenzio. C’è un oceano sommerso di bene che merita di essere conosciuto e che dà forza alla nostra speranza. In questo raccontare la vita sono molto attente le donne, e vedo con piacere che nella vostra Associazione il contributo femminile è pienamente riconosciuto”. Infine una benedizione in silenzio del Papa, perchè non tutti i giornalisti "sono credenti". Al termine dell'incontro il Papa ha donato ai presenti il libro "Comunicare il bene. Le parole di Papa Francesco" della LEV con l'introduzione di Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero della Comunicazione Vaticana.
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