Fischi, cori, slogan contro il ministro dell'Interno, in una città tappezzata di cartelloni e striscioni che lo invitano ad andare via. Arrivato a Catanzaro da capo politico della Lega per un comizio elettorale in vista delle prossime europee, Salvini non è stato accolto solo da militanti e simpatizzanti del Carroccio, ma anche da una protesta per nulla simbolica. E che ha infastidito non poco il ministro dell'Interno che sperava nel consueto bagno di folla.
Il ministro: "Moscerini rossi andate da Oliverio"
Nonostante i tentativi di arginare la protesta lontano dal palco dominato dal gigantesco cartello "Prima gli italiani", i manifestanti sono riusciti comunque a raggiungere piazza prefettura. E con cori, slogan e fischi hanno visibilmente disturbato il ministro, che non ha per nulla gradito l'accoglienza che gli è stata riservata.
Sento delle zanzare, delle mosche, andate a trovare Oliverio (nrd, il governatore calabrese sotto inchiesta)", ha detto dal palco. E poi "anche per questo al governo ci stiamo occupando di educazione e regole, e comunque queste cose non mi fanno paura nemmeno un po'. No a 50 sfigati dei centri sociali". In realtà, i manifestanti erano molti più di 50. E oltre a militanti dei centri sociali, in piazza c'erano anche centinaia di studenti e persone comuni, più una folta rappresentanza di vigli del fuoco, arrabbiati "perché questo qua non si deve permettere di utilizzare la nostra divisa per i suoi spot".
Una protesta organizzata da Usb, Potere al Popolo, Rifondazione Comunista e Anpi, cui si sono spontaneamente aggregati cittadini e gente comune, che per tutta la durata del comizio non hanno dato tregua al ministro. "Buffone, torna a casa tua" e "Il Sud non dimentica" gli slogan più gridati. La più pesante bordata di fischi è arrivata invece quando Salvini ha indossato una sciarpa del Catanzaro calcio.
Questa città è antifascista" grida la folla. Visibilmente infastidito, il ministro sbotta "qui cari compagni dei miei stivali non ci sono fascisti ma italiani orgogliosi di essere italiani". Ma le sue parole vengono coperte da nuovi slogan e urla. E lui, seccato, va per le spicce, chiude forse prima del solito il proprio intervento e si concede per i selfie di prammatica. Forse con la paura di qualche contestazione o beffa ulteriore, dopo quelle incassate negli ultimi giorni.
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