venerdì 10 maggio 2019
GRAZIE anche a GRETA !
Le proteste contro l'inerzia ad attuare politiche che possano contrastare il cambiamento climatico sembrano essere state ascoltate, almeno da alcuni stati membri dell'Unione Europea. 8 paesi hanno infatti chiesto una strategia comunitaria più ambiziosa per affrontare il problema e hanno proposto di dedicare un quarto del bilancio comunitario per contrastarlo. A guidare il "gruppo ecologista" ci sono Francia e Olanda che chiedono l'azzeramento delle emissioni di gas serra nell'Unione entro il 2050, al più tardi. Il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro olandese Mark Rutte hanno dichiarato che stanno cercando di costruire una coalizione che possa sostenere idee come quella di creare un mercato integrato dell'energia. Attualmente, i paesi dell' Unione europea sono tenuti a ridurre le emissioni di gas serra del 20%, rispetto ai livelli del 1990, entro il 2020 con l'obiettivo di portare tale riduzione al 40% entro il 2030. Molti stati membri, però, non raggiungeranno questi risultati. la realtà vede diversi paesi contrari al rafforzamento degli impegni attuali, che sono considerati difficili da rispettare. Le Germania motore economico e politico del vecchio continente è tra questi perchè teme che un giro di vite sulla politica energetica possa mettere in difficoltà la sua industria. Anche la Polonia, che dipende ancora dal carbone, è una delle nazioni che si oppongono a questi piani. Sull'altro fronte ci sono Francia, Paesi Bassi, Belgio, Danimarca, Lussemburgo, Portogallo, Spagna e Svezia hanno invece deciso di ascoltare le richieste dei loro cittadini che sono molto preoccupati per il futuro del pianeta, come dimostra l'imponente mobilitazione dei giovani del 15 marzo scorso organizzata a seguìto della protesta di fronte al parlamento svedese della giovane attivista Greta Thunberg.
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